martedì 15 settembre 2015

Musica: come influenza la nostra mente e perché?

Un breve , ma interessante articolo sul potere della musica.
La musicoterapia lavora da sempre in questa direzione, ora è necessario cooperare in sinergia con gli ambienti medici e scientifici per diffondere ed applicare.


Musica: come influenza la nostra mente e perché?

La musica parla al cervello: la bioingegneria indaga il connubio tra musica e mente, e scopre una nuova tecnologia naturale contro ansia e stress




Valentina Balestri - 03/09/2015 dal sito www.scienzaeconoscenza.it

Che vita sarebbe senza musica? 
Sono d'accordo con Nietzsche: la vita, senza musica, sarebbe un errore. 
La musica è parte di noi: ascoltare una bella canzone ci fa compagnia, ci dà carica, ci consola e non è un caso che quest’arte sia così tanto amata ed elogiata.

Se ci fosse il modo di darle un ulteriore valore? 
Se la musica potesse consigliare alla mente cosa pensare? 
La bioingegneria ha deciso di andare in fondo alla questione.
La ricerca parte dall’Italia e, per ora, ha portato alla creazione di unalgoritmo in grado di convincere il cervello a provare determinate emozioni.

La musica influenza il nostro stato d’animo
Pensiamo al ritmo: mentre ascoltiamo una canzone, ci capita di iniziare a battere il piede con una certa cadenza, seguendo quella della musica. Se il ritmo della melodia cambia, cambierà anche quello del nostro piede e, è stato dimostrato, cambierà anche quello delle nostre connessioni mentali. 
Grazie a una serie di sperimentazioni, si è avvalorata la possibilità di sintonizzare il cervello a determinate frequenze cerebrali: alcuni brani musicali possono concretizzare specifici stati d’animo, come la calma e laserenità, condizioni che permettono al potenziale del nostro cervello di essere sfruttato al massimo.

Numerosi operatori sanitari, manager dalle giornate multitasking, sportivi e studenti alle prese con gli esami, hanno sottoposto alla loro attenzione questa alternativa naturale, per ritrovare l’efficienza mentale.
La solidità del progetto è stata verificata più volte in campo neurologico: ad esempio, tramite magnetoencefalografia, ovvero una raffinatissima tecnica di imaging biomedico funzionale, si sono riscontrati risultati al di sopra di ogni aspettativa. 

Perché il nostro cervello lavora meglio quando siamo calmi?
La parola ai ricercatori 
"Immaginiamo di avere un metronomo (anche se in realtà sono molti) nel lato destro e uno nel lato sinistro del cervello, che non sempre vanno a tempo. Quando vanno “più a tempo” si dice che il parametro, chiamato coerenza inter-emisferica, aumenta.
Un alto livello di coerenza tra emisferi corrisponde a stati di calma e benessere (come accade, ad esempio, durante una seduta di meditazione)e cosa fondamentale, a un’efficienza neurale più elevata. 

Il lavoro è lungo e difficile, lo scopo è fornire un ascolto piacevole e allo stesso tempo coinvolgente, non si possono semplicemente produrre brani musicali seguendo il metodo consueto: non si può, cioè, comporre una normale canzone e inserirci qualcosa “che rilassi”. Si parte sempre dalcampo biomedico, che deve trovare nei brani musicali le condizioni necessarie perché tutto funzioni.


La musica varca un altro confine: oltre ad accompagnarci nelle nostre giornate, farci tornare il sorriso o strapparci una lacrima di malinconia, può rilassarci e calmare ansia e stress, ma soprattutto può renderci più brillanti e intelligenti.



Mi piace pensare alla musica come a una scienza delle emozioni.

George Gershwin

martedì 10 marzo 2015

Bimbi prematuri: voce e battito del cuore della mamma aiutano il loro cervello a crescere

Questo studio  del Brigham and Women’s Hospital in Boston, mette in risalto come la voce ed il suono del battito cardiaco della madre , siano di vitale importanza per un corretto sviluppo cognitivo e fisico; tutti aspetti già ampiamente conosciuti e messi in pratica dalla moderna musicoterapia, ancora una volta la voce ed il suono sono la chiave per l'evoluzione...



COSA SERVE AL CERVELLO DEI BAMBINI NATI PREMATURI PER SVILUPPARSI? SEMPLICE, LA VOCE E IL BATTITO CARDIACO DELLA PROPRIA MAMMA. AD AFFERMARLO È UNA RICERCA DEL BRIGHAM AND WOMEN’S HOSPITAL DI BOSTON (STATI UNITI) PUBBLICATA DALLA PRESTIGIOSA RIVISTA PNAS. UN RISULTATO STRAORDINARIO CHE POTREBBE PRESTO CAMBIARE IL MODO DI APPROCCIARSI AI BAMBINI NATI PRE-TERMINE.


Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità si considera prematuro un bambino nato tra la 22esima settimana e la 37esima settimana completa di gestazione. Il problema principale è rappresentato dalla difficoltà a respirare poiché le cellule dei polmoni non sono ancora mature. Il processo che porta queste cellule a maturare avviene in continuazione giorno dopo giorno. Non solo, una nascita troppo anticipata porta con sé numerosi altri problemi e il rischio di disabilità e anomalo sviluppo cognitivo non è così remoto.
Nel tentativo di portare a termine anche la maturazione cerebrale gli scienziati statunitensi hanno esposto 40 bambini prematuri, nati dalle 8 alle 15 settimane prima del dovuto, all’ascolto della voce e del battito cardiaco della propria madre. Ciò è stato possibile installando all’interno delle piccole incubatrici degli altoparlanti con la registrazione dei suoni. La “cura” è durata per tre ore al giorno in aggiunta al contatto “reale” con la mamma.
Dalle analisi è emerso che i bambini sottoposti al test, a differenza di quelli trattati con le cure standard, presentavano un maggior sviluppo della corteccia cerebrale uditiva. Un risultato che secondo la rivista che ha pubblicato lo studio potrebbe aiutare notevolmente i medici e i genitori che si prendono cura dei bambini prematuri nella prevenzione dei problemi di sviluppo cognitivo.
DANIELE BANFI
MILANO PER LA STAMPA SALUTE HTTP://WWW.LASTAMPA.IT/