venerdì 14 settembre 2012

Quando la musica dona ritmo al cervello


Fonte: corriere.it
In Italia il congresso mondiale di Neuromusicologia clinica esperimenti su Sla, Alzheimer e Parkinson

Neuroscienziati sui sentieri cerebrali della musica. Torquato Tasso sosteneva che la musica è «una delle vie per le quali l’anima ritorna al cielo». Oggi, grazie agli sviluppi nel campo delle Neuroscienze si sa che le informazioni musicali, dal suono al ritmo, alla melodia nel loro viaggio intracerebrale seguono dei particolari sentieri che corrono in fasci di fibre nervose, contattano i nuclei della base del cervello che li colorano di emozioni ed infine arrivano ai lobi frontali dove si integrano con altre informazioni per dare sensazioni coscienti della loro presenza. Esperimenti sono stati fatti su determinate frequenze e si è visto che il solo loro ascolto ha la capacità di raddoppiare i battiti del cuore e di aumentare la pressione. E, comunque, già nel grembo materno, mentre avviene lo sviluppo, è il ritmo del battito del cuore della mamma a dare il ritmo alle cellule dell’embrione e poi del feto. Un ritmo simile a quello delle musiche ancestrali.
LE SPERIMENTAZIONI - A Milano sono in corso quattro sperimentazioni alla Fondazione Maugeri: sulla sclerosi laterale amiotrofica (Sla), sulla riabilitazione dopo un ictus, sul Parkinson, sulle aree del cervello che si attivano su stimolazione musicale. Le guida Alfredo Raglio, musico terapeuta e ricercatore: «In una vogliamo vedere se l’approccio musicoterapeutico (basato sulla relazione-interazione diretta tra soggetto e ricercatore attraverso strumenti musicali) produce effetti specifici sul nostro cervello individuando quindi una peculiarità in tale intervento. L’aspettativa è che l’ascolto di frammenti tratti da una precedente seduta di musicoterapia determini l’attivazione di aree cerebrali quali quelle coinvolte nella percezione-regolazione emotiva (aree limbiche e paralimbiche) nonché nella social cognition e nell’attivazione dei neuroni specchio (visto che il suono viene prodotto da movimenti) coinvolte nel riconoscimento e nell’anticipazione di comportamenti e intenzioni espressi dall’altro». A tale scopo nello studio i soggetti ascolteranno frammenti sonori di musiche ritenute emotivamente significative (dal soggetto stesso) e frammenti tratti appunto da una seduta di musicoterapia (momenti emotivamente più intensi). «Tale confronto – sottolinea Raglio - potrebbe mettere in luce la specificità della relazione musicoterapeutica evidenziandone le potenzialità terapeutiche dal punto di vista neuro scientifico».

IL CONGRESSO - Gli altri studi in atto sono invece di natura clinica, con metodologia scientifica (si tratta infatti di studi randomizzati controllati), volti a verificare l’impatto della musicoterapia sul piano psicologico e neuromotorio in alcune patologie neurologiche: stroke, malattia di Parkinson e Sla. L’attività di ricerca italiana ha, inoltre, quest’anno un riconoscimento internazionale: il nostro Paese sarà sede, il 21 e il 22 settembre, del terzo Congresso mondiale di Neuromusicologia clinica. A Brescia, tra Teatro grande e sede universitaria. Organizzatori Giorgio e Luisa Brunelli, presidenti del Congresso e soci fondatori della Cnm (Society for clinical NeuroMusicology): apriranno i lavori con Michael Thaut, presidente della Società, all’insegna della musica e dei suoi poteri, magici da sempre, oggi avvalorati dall’evidenza scientifica. Durante le giornate congressuali verranno presentati gli importanti avanzamenti della ricerca e delle applicazioni terapeutiche della musica nelle più importanti malattie neurologiche: Alzheimer, Parkinson, demenze, ma anche nel coma traumatico e nel trattamento delle afasie e dell'autismo.

IL CONCERTO - Il concerto dell’orchestra sinfonica Esagramma, che si terrà sabato 22 settembre sera al PalaCreberg Sirmione, a conclusione dei lavori congressuali, dimostrerà dal vivo l’efficacia di queste teorie. L’orchestra è infatti composta (oltre che da musicisti professionisti) anche da ragazzi e adulti con problemi psichici mentali gravi (autismo, ritardo cognitivo, psicosi infantile), giovani e adulti con sindromi post-traumatiche, ragazzi con disagio sociale e familiare che hanno seguito i corsi di Musicoterapia orchestrale. La metodologia Esagramma è stata messa a punto in venticinque anni di attività. Dietro all’evento, la Fondazione Giorgio Brunelli da sempre impegnata nella ricerca neuro scientifica con il fine primo ed ultimo di migliorare la qualità di vita di chi, in seguito a lesioni traumatiche del midollo spinale o a malattie neurodegenerative, ha perduto l’uso degli arti. Giorgio Brunelli è un pioniere, noto in tutto il mondo per gli innovativi interventi neurochirurgi alla spina dorsale.
Mario Pappagallo
10 settembre 2012

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