sabato 31 dicembre 2011

VoiceScapes

Dissero che "stava forgiando uno strumento d'amore dalla musica universale..."

Voicescapes

l'immagine è stata generata dalla voce e dal canto armonico attraverso un apposito software





Guarda le altre immagini


Licenza Creative CommonsQuesto opera di http://vocalharmonicsinmotion.blogspot.it/2011/12/buon-anno.html è concesso in licenza sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.

lunedì 14 novembre 2011

SOULSCAPES un viaggio interiore, attraverso i territori dell'anima.


Un estratto da SOULSCAPES il nuovo cd live di LIMINA.  Un viaggio interiore, attraverso i territori dell'anima.

David Rossato - sound alchemies 
Lorenzo Pierobon - voce, canto armonico

Photos by David Rossato


Il progetto "Limina" è il nostro tentativo di abitare e far abitare delle soglie. Innanzitutto la soglia della nostra percezione, laddove avviene l'incontro tra un fenomeno sonoro esterno ed i nostri vissuti interni, tracce della nostra anima. In quel luogo si apre uno spazio e si crea un tempo, di intimità e contatto. Lì forse si apre un'altra soglia, quella fra l'esserci e l'essere. E questo accade lungo un cammino che scopriamo nel camminare, in un mondo di suoni e risonanze interiori. A noi piace sostare in queste soglie, dove ogni suono, silenzio ed emozione hanno pari dignità d'esistere e importanza, se osservate e accettate nella loro presenza. 


CD disponibile a partire da dicembre 2011, in formato digitale da gennaio 2012

venerdì 21 ottobre 2011

Il tantra della voce



Il metodo Vocal Harmonics in Motion® si arricchisce di una nuova tecnica:
il TANTRA DELLA VOCE, nasce dopo un lungo periodo di sperimentazione attiva derivata dalle esperienze 
di Voice Contact Improvisation.
E' una pratica psico-corporea alla quale è stato aggiunto il mediatore sonoro della voce; l'attività si svolge in coppia attraverso il respiro, il movimento,  la voce  e la vibrazione, che  opportunamente indirizzate, riescono a trasmettere uno stato di  profonda e  intima  condivisione. 


Le fasi del TDV sono : 
  • vocalizzazione
  • ritualità
  • identificazione
  • attivazione corporea
La voce diventa il mezzo con il quale le informazioni passano da un corpo all'altro attraverso l'abbraccio(e)statico-sonoro e le vibrazioni indirizzate in punti specifici del corpo.

Favorisce il dialogo e l'armonia nella relazione, attivando una profonda comunicazione "non-verbale".


© 2011 Lorenzo Pierobon

La musicoterapia aiuta a esprimersi e combatte la depressione

Sempre più spesso  vengono pubblicate ricerche che sottolineano l'efficacia della musicoterapia nel trattamento di alcune importanti patologie.


L'ultima in ordine di tempo è quella pubblicata dal British Journal of Psychiatry riguardante la depressionee rilanciata dal Sole 24 ore



Aiuta a esprimere le proprie emozioni, anche quando farlo a parole è difficile: è questo il motivo per cui la musica aiuta a combattere la depressione. Ad affermarlo, in uno studio pubblicato sul British Journal of Psychiatry, sono i ricercatori dell'Università di Jyväskylä (Finlandia), coordinati da Jaakko Erkkilä.



La ricerca è stata condotta su 79 soggetti affetti da depressione di età compresa tra i 18 e i 50 anni, 33 dei quali hanno seguito, oltre alle terapie standard - antidepressivi, psicoterapia e psicanalisi - anche 20 sedute di musicoterapia durante le quali hanno imparato a suonare uno strumento (come il tamburo o lo xilofono). Dopo tre mesi gli esperti hanno rilevato che i partecipanti che erano stati curati anche con le sessioni musicali mostravano meno sintomi di depressione e ansia e che, inoltre, questi effetti benefici erano visibili anche a distanza di sei mesi.

I risultati, spiegano gli studiosi, sono dovuti al fatto che la musica aiuta i pazienti a esprimere le proprie emozioni e a interagire in modo "non verbale", aiutandoli a descrivere le loro esperienze interiori anche quando non riescono a trovare le parole per farlo. «Abbiamo scoperto che attraverso la musica le persone spesso riescono a esprimere i propri sentimenti - spiega Erkkilä -. Alcuni pazienti hanno descritto questa esperienza come un 'gioco catartico
di Nadia Comerci 







martedì 13 settembre 2011

Canto armonico e tecnologia

Ormai da parecchi anni la tecnologia è al servizio della voce. In ambito musicale la manipolazione elettronica è un "must" sia in ambito pop che in settori più vicini alla ricerca e alla sperimentazione, non dimentichiamo poi il settore diagnostico con l' endoscopia,
il fonetogramma, lo spettrogramma etc.

Da qualche tempo però la tecnologia si è fatta portatile, l'avvento dell'IPAD ha evidenziato l'estrema mobilità di apparati molto leggeri, ma nello stesso tempo, in grado di ospitare software professionali ed estremamente accurati. Personalmente ho iniziato ad utilizzare IPAD2 in ambito didattico da alcuni mesi ed i risultati sono veramente sorprendenti.
Nell'apprendimento del canto armonico e delle Vocal Extended Techniques, molta importanza rivestono le posizioni di bocca , labbra e lingua; personalmente utilizzo la telecamera dell'IPAD per riprendere le posizioni, in modo da rendersi conto di tutti i micro movimenti che concorrono a filtrare il suono della nota  fondamentale (e rivedersi il video in un secondo momento, magari comodamente seduto a casa). 


Un'altro accessorio fondamentale è il registratore, una sorta di memoria storica, dei propri successi/insuccessi, strumento preziosissimo per ogni professionista che si occupa di didattica vocale o sperimentazione.
Per finire il "voice analyzer" che permette di evidenziare le formanti e gli armonici dell'emissione vocale, da poco ho inserito nel metodo VHM un esercizio:"disegnare la voce" , proprio perchè vedere sullo schermo la propria voce, aiuta a fissare nel corpo posizioni e posture vocali, aumentando considerevolmente la propriocezione. 
Alla fine tutto il materiale viene comodamente inviato all'allievo tramite una semplice e-mail.


Tutto questo in 600 gr e con un ingombro pari a quello di un'agenda!!! Potere della tecnologia. 
Lorenzo Pierobon

martedì 6 settembre 2011

Un'estate straordinaria


Non è sempre facile mettere nero su bianco le emozioni, ma ho deciso di farlo per i lettori di questo blog, ho deciso di condividere gli accadimenti di questa estate 2011, inaspettata e straordinariamente magica! 


I fili che collegano tra di loro i vari luoghi sono il canto, la voce, la musica...il viaggio nel tempo.
Tutto inizia a Cipro, il convegno di musicoterapia organizzato dal centro Benenzon, una riunione tra professionisti che utilizzano in musicoterapia il modello Benenzon. Una settimana intensa, un'isola in bilico tra oriente ed occidente, dove ancora si assapora il misticismo delle due religioni: ortodossa ed islamica. Un percorso all'insegna della formazione e della crescita personale attraverso l'improvvisazione musicale, ancora una volta il lavoro profondo e doloroso sulla storia personale. Un ringraziamento particolare al prof. Rolando Benenzon e a tutti i colleghi che hanno partecipato.

Ad agosto si passa in Puglia, Salento...terra magica intrisa di musica e ritualità. Mare stupendo, persone cordiali e tanta musica.
Il viaggio prosegue, si ritorna a Bari per il seminario del 10 agosto: in canto sotto le stelle, una serata di pratica del canto armonico, una partecipazione veramente nutrita, circa una trentina di persone, notte  di  canto, magica ed intensa sotto le stelle.

Da Bari si parte per un visitare luoghi sacri e permeati da un'intensa energia, chiese, pozzi, ipogei, grotte. La Puglia è una terra ricca di storia e di misticismo. La storia dei templari ci conduce verso Castel del Monte (anche per una visita notturna) luogo magico e di forza, e via via attraverso S.maria di Sovereto con le sue tombe e i suoi Omphalos, per sconfinare fino in Gargano nel monastero di Pulsano e terminare quindi nella splendida chiesa romanica di Ognissanti di Cuti, dove la luce del sole si allinea misteriosamente all'interno. Ho avuto la fortuna di poter cantare in buona parte di questi splendidi siti, in particolare nella chiesa di Ognissanti durante l'allineamento del sole al centro dell'altare, gli armonici sono letteralmente "esplosi", esaltati dall'architettura sacra.

Verso la fine di agosto la Sardegna ha ospitato il seminario sul canto sacro, un'altro incontro con  un paese, Mandas,  e persone straordinarie! Una terra antica e forte, luoghi magici, un seminario entusiasmante tra chiese, granai, monasteri, e albe incantate. La visita al giardino di Pinuccio Sciola , lo scultore che fa cantare le pietre ha riservato un'emozione intensa ripagata prontamente con il canto armonico tra le sculture.

I primi di settembre di nuovo a Bari per terminare il viaggio iniziatico attraverso i luoghi di grande energia, la visita della cattedrale di Bitonto che parla attraverso  i suoi simboli misteriosi, la fonte battesimale a forma di gral con il triplice cerchio come base, che se percossa, suona come una campana tibetana. I simboli cufici in arabo antico...il mistero continua.
Ed infine il dhikr con i fratelli Sufi; una connessione potente attraverso la preghiera che diventa canto.


Il ritorno...con una nuova  energia e consapevolezza, arricchito di suoni e di amore, perché siamo in AMORE!

Grazie a tutte le persone e luoghi che hanno permesso questa entusiasmante avventura.








martedì 30 agosto 2011

Gravidanza, tra musicoterapia e visualizzazioni guidate




Tratto dalla rivista "Medicina Naturale" febbraio 2011, autore Roberto Tognella

L’esigenza di partecipare a corsi di accompagnamento alla nascita è in continuo aumento tra le donne in gravidanza, come dimostra un’indagine ISTAT condotta su un campione di oltre 60mila famiglie italiane. Nel 2008 il 35% delle donne in stato interessante ha deciso di parteciparvi, dato in crescita rispetto al 30% registrato nel 2002. L’offerta di corsi di accompagnamento alla nascita è ormai ampia e copre l’intero territorio nazionale, corsi che sono perlopiù organizzati dalle stesse strutture sanitarie. Accanto a questa proposta, molti sono i percorsi, per alcuni versi complementari per altri “alternativi”, volti a soddisfare esigenze più particolari, spesso frutto di esperienze più o meno approfondite nelle discipline e terapie olistiche. Corsi di yoga in gravidanza, di meditazione, di canto carnatico, di bonding prenatale…

Musicoterapia e ipnosi ericksoniana
Un percorso integrato di musicoterapia e visualizzazione guidata per donne in gravidanza è quello pensato dal dottor Luciano Ghisoni, ginecologo esperto in diagnosi prenatale, direttore del Centro Medico Monterosa di Milano e consulente presso la Clinica Ostetrico Ginecologica Universitaria dell’Ospedale Sacco, insieme alla dottoressa Veronica Vismara, odontoiatra e trainer in programmazione neurolinguistica e esperta in  ipnosi ericksoniana, e a Lorenzo Pierobonmusicoterapeuta. Un percorso che è già in fase di sperimentazione con un gruppo di future mamme presso il Centro Medico Monterosa. «Lo scopo di questo approccio multidisciplinare, che coinvolge un medico ostetrico ginecologo, un musicoterapeuta e un’esperta in ipnosi e programmazione neurolinguistica», spiega il dottor Ghisoni, «è quello di proporre alle future mamme un percorso capace di aiutarle a sviluppare un clima di armonia interiore che favorisca le relazioni con il nascituro e, nello stesso tempo, di fornire delle risorse che potranno costituire un supporto concreto nella difficile fase del parto, nel puerperio e nei primi anni di vita del bambino. Un supporto concreto che oggi le future mamme ricercano, più o meno consciamente, per colmare quella sorta di vuoto che rimane nonostante la mole impressionante di informazioni che la donna è in grado di recuperare dai libri e ancor più dal web. Informazioni alle quali la futura mamma attinge in maniera a volte ossessiva per arrivare preparata al momento del parto».


Una risposta a quel senso di vuoto della donna in gravidanza
«Una ricerca», continua Ghisoni, «che nasconde, non poi così velatamente, un atteggiamento di paura nei confronti di questo evento… Seppure “super informata”, seppure la tecnica epidurale sia in grado di offrire delle ulteriori rassicurazioni, sebbene elementi medici, tecnici, diagnostici, possano garantire risposte precise e puntuali ai molti interrogativi durante la gestazione, alla donna servono altri strumenti per nutrire quelle esigenze più profonde nel corso della gravidanza. Strumenti più consoni che permettano quella discesa nella profondità dell’essere, quello spostamento dalla mente al cuore, così importante in questo momento unico della vita. La musicoterapia, le visualizzazioni guidate – supportate dalla supervisione ginecologica, atta a garantire il corretto svolgimento della gravidanza sotto il profilo medico – possono rappresentare strumenti molto validi e questo soprattutto alla luce delle molte evidenze scientifiche che supportano queste tecniche terapeutiche e che sottolineano la loro efficacia. Efficacia sulla mamma e sul feto durante la gravidanza, ma anche successivamente – grazie all’“onda lunga” che queste tecniche possono scaturire – sul neonato e sulla donna che, in quella fase delicatissima del puerperio, può dover affrontare anche la depressione post-parto».

Creare un “rivestimento sonoro prenatale”
Che il suono abbia una valenza importante nel corso della gravidanza lo confermano lavori effettuati da illustri studiosi come il professor Tomatis o da ricercatori come Sontag e Wallace. Tomatis ci dimostra che il neonato riconosce la voce della propria madre, e solo quella, filtrata in modo da simulare l’ambiente amniotico, mentre Sontag e Wallace sottolineano come la qualità dei suoni percepiti influenzi grandemente la vita prenatale. «Il genere di musica ascoltato dalla madre in fase di gravidanza è molto importante durante la vita intrauterina perché fornisce al feto una serie di sensazioni affettive. Più questa proposta musicale sarà ampia e più il feto avrà  la capacità di crearsi una sorta di “rivestimento sonoro prenatale” che diventa tutt'uno con l'ambiente nutritivo», spiega Pierobon. «D’altronde se già l’embrione è in contatto dai suoi primi istanti di sviluppo con le pulsazioni del cuore materno, con i movimenti uterini e addominali, a partire dal sesto mese, con il completo sviluppo dell’apparato uditivo, il feto sarà in grado di percepire i suoni trasmessi attraverso il liquido amniotico. Questo  è confermato anche dalle esperienze del professor Rolando Benenzon, psichiatra e musicista, che riferisce del caso di una madre molto angosciata a fine gravidanza la quale si calmava ascoltando la Madame Butterfly. L'ascolto di questa opera lirica era la sola cosa che riuscisse a calmare i pianti del bimbo dopo la nascita. La stessa esperienza è stata ripetuto dal dottor Jean Feijoo con un brano di Prokofiev tratto da Pierino e il lupo su una sua paziente. La voce della madre, del padre, la musica, i rumori esterni rappresentano quindi quell’imprinting sonoro, quell’“identità sonora gestaltica”, come la definisce il professor Benenzon, che il neonato sarà in grado di riconoscere e discriminare dopo la nascita, quel continuum che lo collegheranno al mondo intrauterino».

Dall’humming all’ascolto di un brano musicale
«Il percorso  di musicoterapia che proponiamo utilizza diverse esperienze sonore dall’ascolto di brani musicali , alle vocalizzazioni guidate ,  spontanee, improvvisate utilizzando suoni molto semplici e delicati», continua Pierobon. «Una vocalizzazione tipo l’humming, per esempio, il canto della lettera M, ha di per sé un’azione molto efficace. Questo suono ha una collocazione vibrazionale medio toracica alta e attraverso la conduzione ossea e il liquido amniotico si espande bene nell’addome. È un suono di contatto molto interessante, senzanecessariamente ricorrere a mantra conosciuti, e a volte inflazionati, come l’OM! Un fonema come molti altri che possono essere creati dalla semplice unione di consonanti e vocali per trasmettere la vibrazione o l’intenzione in una determinata parte del corpo. Parlando invece di brani musicali, la scelta non deve necessariamente cadere sul repertorio classico; ogni brano è ben accetto, anche se di musica pop, purché abbia un particolare significato per la madre.Un brano capace di porla in una condizione di pace e di benessere, una musica che può rievocare un vissuto felice, un’esperienza positiva. Quindi attraverso la musica non viene veicolata soltanto una vibrazione sonora, ma anche un’emozione, che è pur sempre una vibrazione – a livello però più sottile – un’intenzione di trasmettere al nascituro un pensiero di serenità, di pace, di tranquillità. Una volta individuato il brano, il compito sarà quello di insegnare alla futura mamma come “ancorarsi” ad esso e trasmettere le sensazioni al feto, e utilizzarlo dopo la nascita  quasi  fosse un kit di pronto intervento per intervenire in  un momento di disagio e  di sofferenza del bambino».

Ancorarsi a emozioni positive
Così come il suono, anche la parola può diventare uno strumento straordinario per trasmettere pensieri positivi al bimbo.  «Nel nostro percorso, l’imprinting avviene non solo con le vocalizzazioni o l’ascolto dei brani musicali», spiega Veronica Vismara, «ma anche attraverso le parole che vengono dette, e soprattutto attraverso il pensiero che la mamma produce. L’energia psichica della madre genera emozione tanto quanto la parola. Proiettare un’immagine positiva del feto è molto importante, sviluppare la convinzione che tutto stia andando per il meglio, che il feto sia ben formato e che la natura stia compiendo al meglio il proprio corso può rappresentare un potente antidoto alla necessità continua di ricevere riscontri oggettivi attraverso l’ecografia. Durante questi incontri di visualizzazione guidata, ci serviamo dell’ipnosi ericksoniana, metodo sviluppato da Milton Erickson, psichiatra e ipnoterapeuta.Con questo metodo la visualizzazione guidata è delicata, una visualizzazione molto di processo e poco di contenuto. Si forniscono delle indicazioni verbali, alle quali le future mamme dovranno aggiungere i loro contenuti, il loro vissuto, proprio come avviene per l’ascolto di un brano musicale. L’ipnosi ericksoniana aiuta a creare quella che è una proiezione futura e ad ancorarsi ad essa. Durante gli incontri vengono proposte fantasie guidate, anche in relazione allo stadio di gravidanza, suggestioni che lo sviluppo del feto sia corretto, adeguato, che il bimbo all’interno del grembo materno sia felice. La voce, che conduce queste visualizzazioni guidate, viene quindi registrata ed è a disposizione della mamma che potrà così riascoltarla a casa ogni volta che vorrà. Questo favorisce lo sviluppo di un percorso di autorilassamento attraverso il quale la donna sarà in grado di ancorarsi allo stato positivo, indotto dalla visualizzazione guidata, e di rientrare in esso ogni volta che ne sentirà la necessità per gestire i momenti di difficoltà, anche dopo il parto, quando più intensa   sara’ la sensazione di vuoto  percepita. Vuoto emotivo, ma anche fisico, visto che anche  la madre si è dovuta separare da quel meraviglioso grembo materno che 
l’ha accompagnata per nove mesi della sua vita.







domenica 14 agosto 2011

DEPRESSIONE: LA MUSICOTERAPIA E' EFFICACE



Ancora delle ricerche che rivelano come la musicoterapia possa essere efficace nel trattamento di alcune patologie (sempre affiancata ad un trattamento medico ).
Il non-verbale utilizzato dalla MT permette un lavoro intenso e profondo sulle emozioni e traumi dei pazienti (LP)





Fonte: AGI salute www.salute.agi.it

(AGI) - Helsinki, 4 ago. - Combinata con la terapia standard, la musicoterapia si rivela un trattamento efficace contro la depressione. Almeno nell'immediato. E' quanto emerge da uno studio pubblicato sul British Journal of Psychiatry da un team di ricercatori dell'Universita' di Jyvaskyla, in Finlandia. I due responsabili del gruppo di ricerca, Jaakko Erkkila e Christian Gold, insieme ai loro colleghi, hanno reclutato 79 persone, tutte residenti in Finlandia e in eta' lavorativa (da 18 a 50 anni), cui era stata diagnosticata la depressione secondo i parametri del Classification of Mental and Behavioural Disorders. Ad alcuni partecipanti (33 persone) sono state casualmente assegnate venti sessioni di musicoterapia individuale di 60 minuti ognuna, in aggiunta alle cure standard, ad altri (46 persone) sono invece state assegnate solo delle terapie standard. In Finlandia la cura standard per la depressione comprende farmaci antidepressivi, 5 o 6 sedute di psicoterapia individuale e la consulenza psichiatrica. Due volte a settimana, con l'aiuto dei musicoterapisti, i partecipanti al gruppo di intervento hanno imparato a improvvisare musica usando uno strumento a percussione o una chitarra acustica. I ricercatori hanno valutato clinicamente tutti i partecipanti ogni tre mesi, scoprendo che dopo i primi tre mesi i partecipanti alle sessioni di musicoterapia hanno mostrato un miglioramento piu' marcato rispetto a quelli che ricevono solo cure standard, con indici di miglioramento soprattutto in tratti come la confidenza e l'ansia. Tuttavia, dopo 6 mesi, nonostante i miglioramenti fossero ancora evidenti, le differenze tra i gruppi non sono risultate piu' statisticamente significative. "La musicoterapia individuale associata con le cure standard - hanno osservato i ricercatori finlandesi - e' efficace per la depressione tra le persone in eta' lavorativa affette da depressione. Si tratta di uno strumento prezioso in vista dei futuri trattamenti". "La musicoterapia - hanno concluso - presenta qualita' specifiche che permettono alle persone di esprimersi e interagire in un modo non verbale".
 

martedì 7 giugno 2011

Musicoterapia e dolore cronico

Riporto di seguito la notizia di questa ricerca spagnola riguardante la musicoterapia e la sua capacità di alleviare il dolore cronico. Nella ricerca viene citata  solo la musicoterapia passiva (ascolto di brani musicali). Tengo a sottolineare che anche la MT attiva (utilizzo di strumenti e improvvisazione)  ha una parte considerevole in questa area specifica, ed in particolare il modello di MT Benenzon, prevede un lavoro specifico sul dolore cronico. Non ultima la musicoterapia vocale, che impiega il canto e le vocalizzazioni in tutte le sue forme.(Lorenzo Pierobon)


La musicoterapia - associata a tecniche di rilassamento come l'immaginazione guidata - riesce ad alleviare i sintomi della fibromialgia, una patologia che provoca dolore cronico e che porta con sé conseguenze psicologiche come ansia, depressione e perdita di sonno. È quanto emerge da uno studio spagnolo, il primo in Europa in questo campo, proveniente dall'Università di Granada e pubblicato sulla rivista Pain Management Nursing dal team di María Dolores Onieva Zafra. 
La ricerca ha preso in esame 60 pazienti affetti da fibromialgia che sono stati invitati ad ascoltare, in casa propria, dei cd contenenti musica e una voce guida per la visualizzazione di immagini rilassanti messi a punto appositamente per lo studio.

Dopo 4 settimane in cui i pazienti avevano effettuato sessioni di ascolto giornaliere, i ricercatori hanno rilevato un miglioramento della qualità della vita e una riduzione dei livelli di dolore e di sconforto, benefici che si sono mantenuti anche nelle 8 settimane successive alla fine del trattamento. La terapia, spiegano i ricercatori, è prima nel suo genere e tra i vantaggi, oltre a essere economica, porta anche il fatto di poter essere “somministrata” al malato senza stress poiché i modi e i tempi possono essere scelti dal paziente, e inoltre perché può essere condotta in un ambiente come quello domiciliare. (Fonte ASCA)

mercoledì 6 aprile 2011

Simbologia della triade vocalica U O A nel canto armonico

Una delle sequenze vocaliche che utilizzo più frequentemente per insegnare la tecnica a singola cavità è UOA, una sequenza che in qualche modo ritengo "sacra",  in questo breve articolo cercherò di spiegarne le motivazioni.
Nel canto armonico, la tecnica a singola cavità prevede l'estrema nasalizzazione del suono, mentre la lingua assume una posizione intermedia o bassa.
La maggior parte delle consonanti ( tranne m, n e ng)  e tutte le  vocali, sono a risonanza orale, mentre nel canto armonico si predilige l'abbassamento del velo palatino per rendere più agevole il transito dell'onda sonora e favorire così l'uso accoppiato  delle cavità nasali e dei  risuonatori. La sequenza che propongo, ha una forte componente simbolica e non è un semplice esercizio meccanico, porta in se l'essenza nascosta della voce: l'intenzione.



U:
Le labbra sono protruse determinando una piccola apertura circolare , la punta della  lingua  è in avanti mentre la parte posteriore risulta sollevata. Il suono della  U parte dalle zone più basse del nostro corpo, lo attraversa tutto fino a dipingere un piccolo cerchio sulla bocca semi chiusa con le labbra molto ravvicinate. La U è terra, radicamento,  è il sacro rituale.



O:
E' la vocale di passaggio tra U e A  si articola con una  ampia  apertura della cavità orale, la lingua è arretrata (compresa la punta), la parte posteriore è ancora più sollevata rispetto alla U.
Il suono si allarga e sale abbracciando la totalità del corpo. La O è rotonda e corposa, un mondo che si manifesta improvviso all'interno della cavità orale, è il vuoto "non vuoto".
Le labbra dipingono  un ampio cerchio sulla bocca aperta.


A:
Gli angoli delle labbra si allontanano, la lingua è rilassata e adagiata sul fondo della bocca. Tutto il flusso d'aria ha compiuto il suo percorso verso l'alto, il cuore è stato conquistato.
La A è la forza maestosa governata dalla calma. Le labbra dipingono un'ellisse.

Ora che abbiamo il quadro completo dei simboli che le labbra creano durante l'emissione di ogni singola vocale,  possiamo intonare l'intera sequenza U O A, avendo cura di glissare lentamente da un suono al successivo, le vocali scivolano una all'interno dell'altra in maniera fluida e consequenziale, gli armonici emergono chiari e scintillanti; con movimenti minimi delle labbra possiamo passare da una forma/simbolo all'altra , fino ad ottenere il risultato finale.


La voce ritrova la sua essenza, l'intenzione raggiunge lo scopo e si apre alla "visione"





© 2011 Lorenzo Pierobon












martedì 29 marzo 2011

Musica, cervello, movimento

Rilancio con piacere l'articolo di: Franca Dalla Valle  FONTE HTTP://BRAINFACTOR.IT/ 


Musica, cervello, movimento.Tutti abbiamo provato la sensazione di sentirci "trasportati" dalla musica. Pensiamo a una lunga corsa, a una passeggiata in montagna, a una serie di vasche in piscina... All'inizio i movimenti sono faticosi, rigidi, poco sincroni; ma basta che nella nostra mente riusciamo a creare un ritmo musicale, o immaginiamo di ascoltare una melodia, di lì a poco il respiro si fa più tranquillo e profondo, gli arti acquistano sincronia, la fatica si attenua, diventando addirittura piacevole...
Sperimentalmente è stato scoperto che ascoltare musica in posizione immobile attiva nel cervello le stesse aree che "gestiscono" l'attività motoria. Daniel Levitin, neuropsicologo cognitivo alla McGill University di Montreal e musicista appassionato, racconta i risultati delle sue ricerche effettuate su cervelli sottoposti all'ascolto musicale in un articolo uscito nell'Ottobre del 2007 sul New York Times con il titolo evocativo «Dancing in the Seats» (letteralmente "ballare sulle sedie"), che fa chiaramente il verso alla canzone "Dancing in the Street" scritta nel 1964 da Marvin Gaye per le Martha and the Vandellas, brano di cui forse ci ricordiamo meglio la storica cover del 1985 di David Bowie e Mick Jagger.
La tecnica usata da Levitin è la risonanza magnetica funzionale o "fMRI" (functional Magnetic Resonance Imaging), grazie a cui è possibile osservare in vivo l'attività delle diverse aree cerebrali coinvolte in una attività particolare. I soggetti dell’esperimento sono stati esaminati durante l'ascolto di brani musicali e, come controprova, di loro versioni strutturalmente "scompaginate".
I ricercatori della McGill hanno così scoperto che, anche in condizioni di immobilità, l'ascolto della musica riesce ad eccitare le zone che coordinano le nostre attività motorie. In pratica, se il corpo non può danzare realmente, lo "fa" il cervello, confermando lo stretto legame fra musica e movimento che è consuetudine sperimentare in situazioni ricreative le più disparate.
Questo legame produce effetti importanti anche nel caso delle patologie neurologiche del movimento, come ad esempio la malattia di Parkison, in cui il flusso naturalmente ritmico del movimento viene compromesso, dando vita a una sorta di "balbuzie dei gesti" che può degenerare fino all'immobilità.
Se a un malato di Parkinson con una conoscenza basilare della musica viene data la possibilità di suonare o di muoversi al ritmo di una melodia, i movimenti anomali e difficoltosi che caratterizzano la malattia, riescono ad acquistare maggiore fluidità. Alcuni ricercatori sostengono infatti che l'attivazione del cervello con la musica può avere un effetto analogo a quello dei farmaci comunemente somministrati in questo tipo di disturbo, perché la musica riuscirebbe a stimolare le "vie dopaminergiche", sistema neurotrasmettitoriale implicato non solo nel movimento, ma anche nella sensazione di piacere, nel tono dell'umore, nella depressione, come dimostrano gli studi più recenti.
Interessante inoltre il ruolo che può giocare in questo processo il cervelletto, detto anche archipallio, una delle strutture cerebrali più antiche e primordiali nella nostra specie, che ha fra i suoi compiti principali anche quello di gestire la coordinazione tra il fluire interiore del tempo, gli impulsi e il movimento. In questa prospettiva, anche nella sindrome di Tourette - disturbo neurologico caratterizzato da tic e movimenti compulsivi incontrollabili - "la musica riesce a fornire la struttura entro la quale l'esplosività della sintomatologia può venire incanalata in un flusso governabile, ritmico e creativo", come dimostrerebbero i casi clinici riportati dal famoso neurologo e scrittore Oliver Sacks.
Quando una persona si applica a uno strumento musicale - dice Sacks - suonando riesce a non essere più "posseduta" dalla sintomatologia, dominando la sequela disturbante proprio attraverso una attività non solo ritmica e sensata, ma anche dai risvolti sociali: la musica fornisce la possibilità di sincronizzare l'energia e l'esuberanza del movimento con quella degli altri musicisti del gruppo. Proprio come avviene in generale nei riti e nei fenomeni collettivi delle società umane, in cui la musica fornisce la possibilità di sincronizzazione motoria ed emotiva.
Straordinario può essere infine il legame fra ritmo, melodia, memoria, linguaggio e plasticità cerebrale. Persone che hanno subito lesioni all'area motoria del linguaggio situata generalmente nell'emisfero sinistro (che si dice appunto "dominante" per le abilità linguistiche), diventano afasiche: non sanno dire ad esempio il nome degli oggetti, o a comunicare che hanno sete, o che sono tristi. Possono però utilizzare l’emisfero destro (non lesionato), in cui le capacità linguistiche sono generalmente rudimentali a fronte di una più sviluppata capacità di modulare l'attività musicale, per cantare una canzone... In questo caso le parole risultano tutt'uno con la musica, restano concatenate in modo fisso nel testo della canzone, non vengono usate per una vera e propria comunicazione ma...
Per comunicare verbalmente bisogna poter utilizzare gli elementi scomponibili del linguaggio e comporre le proposizioni che meglio esprimono il nostro pensiero. La riabilitazione musicoterapica, in particolare la tecnica dell'intonazione melodica, si basa proprio sul fatto che la musica può veicolare parole nell'emisfero destro, e questo è in grado di memorizzarle, assumendo gradatamente parte delle funzioni proposizionali in precedenza gestite dall'emisfero sinistro, sino a ridare al paziente la capacità di esprimersi con frasi certo non complesse ma efficaci per tornare a comunicare con le altre persone.
Nella riabilitazione musicoterapica risulta fondamentale anche la relazione emotiva con l'operatore, che può fornire un vero e proprio modello di imitazione e confronto per la gestualità, la prosodia, l'intonazione, caratteristiche estremamente importanti nel linguaggio parlato. Un ruolo analogo insomma a quello della madre quando insegna a parlare al proprio figlio, un lavoro di stretta collaborazione fatto di sintonia, sincronia e reciprocità.
Franca Dalla Valle
Psicologa

Fonte http://brainfactor.it/


Letture di approfondimento:
  1. Daniel J. Levitin, Fatti di musica. La scienza di un'ossessione umana, Codice Edizioni, 2008
  2. Oliver Sacks, Musicofilia, Adelphi 2007
  3. Levitin D.J., Dancing in the Seats, New York Times, October 26, 2007
  4. Martin J., A Mind for Music: Dan Levitin's Journey from Rock to Research, McGill News, Summer 2004

sabato 19 marzo 2011

Voice cards, le carte della voce. Canto armonico

Le Voice cards, carte della voce, nascono come uno strumento creativo/didattico all'interno del metodo Vocal Harmonics in Motion®. Sono state create sulla base base dell'esperienza acquisita durante i laboratori e le sessioni individuali di musicoterapia con i bambini. I bambini, come risaputo, sono in grado di trasformare la realtà attraverso  la loro fantasia priva di filtri e giudizio. Attraverso il gioco sono in grado di esplorare l'ambiente circostante, di aggiungere costantemente nuove informazioni; il contesto  ludico in cui si muovono permette di sviluppare ed aumentare le capacità creative e di incentivare l'autostima.
Da queste osservazioni l'idea di creare uno strumento ludico/creativo/didattico che favorisse un approccio istintivo al canto e alla vocalizzazione. Molto spesso giudizio, vergogna, paura della prestazione, bloccano le persone che desiderano avvicinarsi al canto o alla ricerca vocale; le voice cards permettono di rimuovere rapidamente questi blocchi  stimolando la parte ludica ed istintiva di ciascuno di noi.
Uso da molto tempo questo strumento nei corsi di formazione, nei laboratori della voce, e per  lavorare in tempi brevi sulle dinamiche di gruppo; strumento indispensabile nei seminari di canto armonico per abituare  i partecipanti all' improvvisazione informale.
Sono  20 carte che riportano  segni grafici da interpretare/improvvisare vocalmente (o musicalmente), possono essere utilizzate singolarmente, a coppie oppure in gruppo.

L'uso è semplice, si distribuiscono le carte  ai partecipanti, (le carte devono rimanere coperte) quando viene richiesto si gira la carta cercando di  "cantare" il segno grafico, naturalmente questo deve avvenire in maniera immediata, senza far intervenire la mente e di conseguenza il giudizio. Questa richiesta  così rapida ed immediata permette di attivare le risorse creative delle persone e di far leva sull'aspetto ludico per emettere suoni che all'inizio possono apparire buffi e poco musicali, ma che si strutturano sempre di più ogni volta che gli esercizi incrementano il grado di difficoltà.
L'interpretazione della carta viene lasciata alla fantasia di chi "canta" il disegno, senza fornire ulteriori indicazioni, peraltro celate all'interno di ogni singola carta. Una volta compreso il meccanismo si possono fornire ulteriori particolari per aumentare il livello di osservazione e quindi di interpretazione della carta..es: lato da cui la si guarda, la direzione da cui partire a leggerla, la sfumatura e l'intensità del tratto grafico etc.
La fantasia è l'unico limite.....

Un'altra modalità di utilizzo è quella che consiste nel comporre delle vere e proprie partiture. In questo caso il gruppo sarà diviso in due sottogruppi ai quali verranno consegnate una decina di carte, che forniranno elementi di: armonia, melodia, tempo, dinamica, intensità etc.
Interessante notare che,  durante lo svolgimento di  questo esercizio si osservano delle dinamiche di gruppo molto particolari: la definizione  delle figure di leader e contro leader, la rapidità della decisione gruppale nel definire un codice musicale, la creatività del singolo che trascina gli altri componenti, la forza del gruppo che emerge per creare e trasformare le immagini in musica. Così Il disegno incontra la "Voce".
                                        
© 2011 Lorenzo Pierobon







lunedì 7 marzo 2011

La Via dell'arco, la Via della voce. Canto armonico

Dopo aver letto " Lo Zen e il tiro con l'arco di Eugen Herrigel ", ho pensato che vi fosse un certa similitudine tra l'arciere ed il cantante. L'arciere tende il suo arco, si prepara al tiro e scocca la freccia; il cantante (in particolare quello che pratica il canto armonico), prepara il suo arco (il corpo), tende la corda attraverso i movimenti della lingua ...e scocca la sua freccia creando gli armonici al di sopra della nota fondamentale.
Solo dopo essermi iscritto ad un corso di tiro con l'arco, ed aver imparato a tirare,   è arrivata l'intuizione. 
Attraverso la vocalizzazione del fonema : L-U-I si possono imitare e visualizzare le tre posizioni dell'arciere. Questo esercizio si può utilizzare in particolare nel canto armonico a due cavità, cioè quella tecnica che prevede il sollevamento della lingua verso il palato, in modo da formare due zone di risonanza, quella superiore e quella inferiore. Attraverso un controllo appropriato possiamo ottenere due (o più) armonici nell'arco di una emissione vocale. 


La prima fase consiste nell' incoccare la freccia  attraverso la vocalizzazione della consonante L. La lingua si posiziona a contatto con gli alveoli dentali (incisivi superiori).









Si passa poi alla vocale U , corrispondente alla fase del tendere l'arco. La vocale u è caratterizzata dalla chiusura delle labbra, che formano un'apertura più stretta, e dall'arretramento della lingua.










Infine per scoccare la freccia si vocalizza la  I , la lingua si appiattisce e i suoi bordi esterni vengono  a contatto con la parte interna dei molari e premolari (arcata superiore), la punta scatta in avanti come la punta della freccia quando lascia la corda tesa dell'arco

Alla fine si uniscono i tre movimenti : incocca (L), tendi (U), scocca (I) in una sola emissione......e la freccia raggiunge il bersaglio! E' così che il cantante, come l'arciere, diventa tutt'uno con il suo canto.



© 2011 Lorenzo Pierobon