lunedì 15 novembre 2010

Voce, canto armonico e fisica quantistica

Clicca sull'immagine per ingrandire
Si è tenuto a Milano nei giorni scorsi il Convegno "Essere umani, prospettive per il futuro", organizzato dall'istituto di psicologia somatorelazionale di Milano IPSO ). L'auditorium dell'università degli studi Bicocca ha visto per due giorni una sala gremita ed un succedersi di interventi molto interessanti moderati con abilità dal prof. Emilo Del Giudice (fisico e ricercatore presso l'Istituto di Fisica Nucleare di Milano).  Medici, filosofi, psicologi, matematici, fisici si sono confrontati per due giorni aprendo spiragli molto interessanti su un nuovo modo di fare ricerca, sintetizzato in  una frase del prof. Del Giudice tratta da un suo  intervento in un precedente convegno: " Una diffusa opinione dipinge la scienza come un’attività fredda e noiosa e gli scienziati come gente anaffettiva e distaccata.La Scienza, invece, come l’Arte, è uno dei canali di risonanza tra gli esseri umani e l’Universo. La creatività degli scienziati può sorgere dalla capacità delle loro anime, e quindi delle loro menti, di oscillare all’unisono con la Natura, proprio come la creatività dei poeti."


Mi sono sentito subito a mio agio tra i vari argomenti: suono, vibrazione, memoria dell'acqua, campi morfici etc.
Il mio intervento , in parte esperienziale, è stato incentrato sulla creazione di un "campo" attraverso la vocalizzazione collettiva modulata dalla frequenza dell'intenzione. In pratica la creazione di quello che definisco "campo di intenzione". 
Tutto l'auditorium, ha vocalizzato per circa una decina di minuti  un particolare suono, con l'intenzione focalizzata a creare un senso di pace e tranquillità nell'ambiente. Al termine il suono di gruppo è sfumato lasciando il posto ad un silenzio carico di un'energia indefinibile (silenzio coerente). Il giorno successivo ho proposto nuovamente l'intervento, questa volta la sala era ancora più gremita, con una variante l'emissione di armonici da parte del pubblico. Ancora una volta la magia si è ripetuta, questa volta quello che si era creato intorno a noi e dentro i noi era ancora più tangibile e presente.
Sono stati utilizzati diversi termini, presi in prestito alla fisica quantistica, per descrivere quello che tutti noi abbiamo vissuto: risonanza morfica, coerenza di fase, dominio di coerenza....
Ancora una volta ho avuto la precisa sensazione che la voce sia  in grado di "creare" qualcosa che va oltre ciò che vediamo e sentiamo con i nostri sensi. In questo ambito  saranno indirizzate  le mie ricerche nel prossimo futuro, confortato dal fatto che nuove idee, nuove scoperte e una nuova categoria di scienziati stanno già da tempo percorrendo questa via.
© 2011 Lorenzo Pierobon


Elenco dei relatori e video dei relativi interventi.



giovedì 9 settembre 2010

Il libro della voce

Il libro della voce   

Gli stili, le tecniche, i protagonisti della vocalità
contemporanea internazionale.
Con 11 interviste esclusive, 23 ritratti fotografici 
e oltre 60 minuti di musica originale.

Collana Rumori
320 pp. + CD audio
formato 14x21
isbn 97888-86784-55-9

  
Questo volume a più voci, costruito grazie al contributo di cantanti, docenti e critici, protagonisti della scena musicale internazionale, rappresenta un testo irrinunciabile per chiunque sia interessato all’universo dell’espressione vocale contemporanea.
Gli oltre 60’ di musica contenuti nel cd audio allegato documentano alcune tra le più incredibili vocalità del nostro tempo, con brani originali di Greetje Bijma, Amelia Cuni, Sidsel Endresen, Joan La Barbara, Fátima Miranda, David Moss, Pamela Z, Lorenzo Pierobon, Tiziana Scandaletti, Kurt Schwitters, Demetrio Stratos, Cristina Zavalloni.

A cura di Claudio Chianura

Testi di Ennio Capece, Claudio Chianura, Amelia Cuni, Giulio Di Raco, Laura Fedele, Andrea Laino, Pamela Z, Luca Pessina, Lorenzo Pierobon, Marilinda Santi, Gianni-Emilio Simonetti, Elettra Vassallo, Veronica Vismara.

Interviste a Beñat Achiary, Laura Aikin, Greetje Bijma, Maria Pia De Vito, Sidsel Endresen, Diamanda Galás, Fátima Miranda, Meredith Monk, Sinead O’Connor, Cristina Zavalloni.


Ritratti fotografici di Rita Antonioli, Roberto Cifarelli, Silvia Lelli, Roberto Masotti, Luciano Rossetti.



Lista dei brani contenuti nel cd

1 Throw it away (Greetje Bijma)
2 Die sonata in Urlauten (Kurt Schwitters)
3 Houwa at the site of the apparition (Sainkho)
4 Stripsody (Tiziana Scandaletti)
5 Per confondersi nella natura (Amelia Cuni)
6 Boys (David Moss & Michael Rodach)
7 Shadowsong (Joan La Barbara)
8 Declaratives ( Pamela Z.)
9 One (Sidsel Endersen)
10 Flautofonie ed altro (Demetrio Stratos)
11 Alankara Skin (Fatima Miranda)
12 Kaigomai-Kaigomai (Cristina Zavalloni)
13 Ictus 0 (Lorenzo Pierobon)




giovedì 26 agosto 2010

Magister Musicoterapia modello Benenzon a Buenos Aires

Ecco il Photoblog del magister di musicoterapia modello Benenzon, sei intensi giorni di lavoro nella fantastica Buenos Aires per perfezionare la nostra professionalità . Tanto lavoro, ma anche tanto divertimento. grazie a tutti i colleghi che hanno partecipato a questa sei giorni della musicoterapia.

Aquí está Photoblog de magister modelo Benenzon de la musicoterapia, seis días de intenso trabajo en Buenos Aires fantástica para mejorar nuestra profesionalidad. Ambos trabajan, pero la diversión también. gracias a todos los colegas que participaron en los seis días de la musicoterapia.


Aqui está Photoblog do magister Benenzon modelo de musicoterapia, seis dias de intenso trabalho fantástico em Buenos Aires para melhorar o nosso profissionalismo. Ambos trabalham, mas também divertido. Obrigado a todos os colegas que participaram dos seis dias da musicoterapia.


lunedì 12 luglio 2010

La musicoterapia come terapia nei soggetti colpiti da ictus

MEDICINA NATURALE
07/07/2010 -fonte la stampa.it

Battere l’ictus a tempo di musica

La musicoterapia come terapia nei soggetti colpiti da  ictus

Ascoltare della buona musica, al di là di quanto affermato dalle ricerche scientifiche, ci fa del bene o per meglio dire: ci fa sentire bene, su questo nessuno di noi ha dubbi. Un recente studio sembra però sostenere altresì una nuova ipotesi: la musica migliora la circolazione cerebrale, in particolare nei soggetti sofferenti a causa di un ictus.
Già da tempo gli esperti in musicoterapia erano in grado di stimolare, attraverso il suono, le funzioni cerebrali: per esempio tramite la stimolazione uditiva (RAS), una tecnica basata sulle connessioni tra movimento e ritmo. In questa maniera si invoglia il paziente a muoversi a tempo di musica a scopo terapeutico.
Vi sono sette piccoli studi che sono stati inclusi in una nuova revisione della Cochrane (Cochrane Systematic Review (http://www.cochrane.org/reviews/).  Questi hanno coinvolto in totale 184 persone. Solo quattro studi, però, sono stati rivolti a persone colpite da ictus e tre di questi hanno utilizzato come trattamento proprio la tecnica RAS.
Secondo tali ricerche la tecnica RAS ha migliorato notevolmente i movimenti delle braccia. «Questo studio mostra risultati incoraggianti per gli effetti della musicoterapia nei pazienti con ictus», afferma Joke Bradt dell’Arts and Quality of Life Research Center al Temple University di Philadelphia.
«Come la maggior parte degli studi che abbiamo esaminato, anche qui sono stati utilizzati metodi basati sul ritmo. Suggeriamo, quindi, che il ritmo può essere un fattore primario nella musicoterapia», ha aggiunto Bradt.
Per i pazienti con lesioni cerebrali sono state utilizzate anche altre tecniche di musicoterapia, tra cui l’ascolto di musica dal vivo e registrazioni. Queste sembrano essere in grado di migliorare il linguaggio, ridurre il dolore e modificare (in meglio) il comportamento.È da precisare che gran parte dei risultati è stato positivo ma gli studi sono ancora limitati a poche persone.
«Diversi studi analizzati hanno avuto meno di 20 partecipanti. Si prevede, per il futuro, l’ausilio di un numero maggiore di partecipanti per consentire valide raccomandazioni per la pratica clinica», conclude Bradt.
(lm&sdp)
Image: © Photoxpress.com

mercoledì 30 giugno 2010

Oltre la voce Montallegro 2010 il reportage

Anche quest'anno, la splendida cornice di Montallegro (Rapallo) , ha ospitato l'edizione 2010 del seminario OLTRE LA VOCE condotto da Lorenzo Pierobon. Anche quest'anno la qualità dei partecipanti (ed anche il loro numero) è stata elevata, in particolare la categoria cantanti/musicisti. Nonostante un tempo atmosferico "perturbato" , il lavoro è proseguito senza problemi, il canto, e la voce ci hanno accompagnato in questo percorso intenso e commovente. Un ringraziamento a tutti partecipanti , gli organizzatori, e a tutte le persone che hanno contribuito alla riuscita di questo evento.....ci vediamo per la prossima edizione 2011   giugno 17-18-19.
Di seguito fotografie, video e i commenti   di alcuni partecipanti....


la lettura delle vostre mail mi riporta a quei momenti semplici e intensi che abbiamo condiviso e alle nostre voci che abbiamo intrecciato. Tutto risuona ancora e vibra a Montallegro, ma anche dentro me. Emozione, come un sentire personale quindi nella dimensione soggettiva, Commozione, come un sentire e muoversi nella relazione reciproca quindi nella dimensione interpersonaleComunione, come un sentire e muoversi soggettivamente e insieme verso la dimensione del Divino quindi nella dimensione transpersonale... e oltre. A.A.

superfluo dire quanti giovamenti ha avuto la mia voce da questo weekend di canto libero. Quando ho ripreso a cantare lunedì alle prove dell'opera mi sentivo un'altra persona, la mia voce risuonava ancora delle vostre, ma anche il mio cuore era carico del vostro affetto e del vostro bene, tanto che sprizzavo armonia da tutti i pori, ed avevo una stravoglia di cantare ancora più del solito G.M.



ho  fatto tanti gruppi e corsi intensivi nella mia vita e questo è il primo solo sul canto. Non so se per il canto o il momento particolare ...qui è rimasto un eco molto intenso e presente : ancora risuona questa esperienza e sorge il desiderio di un nuovo incontro e continuare  ...arriva agli occhi della mente percettiva un' immagine di un mondo dove il canto e i diversi suoni e overtones saranno la vibrazione continua di sfondo , di cura ,di com-unicazione, com-prensione  e com-unione. .la voce si è aperta con il cuore!  M.L.

ora sento il bisogno di rinnovarmi con gli armonici, poichè ho capito che essi sono preghiera pura, l'anima che canta al Suo Dio con amore, ma nell'amore.. A.P.

qualcosa di molto potente ha agito e mi è entrato dentro, è ancora nella pancia, non so ancora bene che nome abbia e cosa mi porterà ad affrontare ma a tempo debito lo scoprirò. Vi ringrazio ancora tutti! G.F.

Il week end mi ha fatto ritrovare pace e gioia...e oggi sento un'armonia che mi pervade...e mi fa sentire connessa...adesso anche a voi. S.N.


Esercizi di VoiceContact Improvisation

   



domenica 11 aprile 2010

Musicoterapia e autismo

Fonte GazzettadiParma.it
Giovanni, le prime parole dopo 15 anni

Alessia De Rosa

Dopo tre anni e mezzo di attesa, le prime parole.  Un lungo silenzio quello di Giovanni, un ragazzo autistico di quindici anni, dal quale è uscito grazie all’amore per la musica. 
Un amore che inizia nei suoi primi anni di vita e che gli ha fatto conoscere un nuovo mezzo per comunicare, la musicoterapia: disciplina che usa tutte le potenzialità dell’elemento sonoro all’interno di un processo terapeutico.
«A tre anni e mezzo mio figlio ancora non parlava. Non reagiva a nessuno stimolo esterno, chiuso nel suo mondo silenzioso. Un giorno ho visto il suo sguardo cambiare, catturato da qualcosa che stava ascoltando: c'era la radio accesa e le note di una canzone in sottofondo che riempivano la stanza». 
Inizia così il racconto di Valeria, la madre di Giovanni, che alla musicoterapia, dice, deve la gioia di aver sentito suo figlio chiamarla mamma. 
Un percorso lungo che inizia nel 1998 alla cooperativa sociale «Le mani parlanti»: «Fin da piccolo, Giovanni è sempre stato affascinato da tutto ciò che avesse un ritmo - racconta Valeria -. Ricordo bene come cambiava l’espressione del suo viso quando ascoltava la musica: il suo sguardo era più attento, si muoveva come se volesse ballare e mi sembrava che cercasse di cantare, ma senza riuscirci. Così mi sono informata sulla possibilità di utilizzare la musica per aiutare disturbi come l’autismo e ho scoperto, qui a Parma, l’associazione "Le mani parlanti" in cui mio figlio ha iniziato la musicoterapia». 
Un bambino di soli tre anni, Giovanni, capace di scegliere da solo la propria «cura» per abbattere quel muro di silenzio che lo divideva dal mondo intero.
Il percorso continua
Un percorso che continua ancora oggi al centro «Aias», ora che quel bambino è cresciuto e di anni ne ha quindici: «Fin dalla sua prima seduta è stato un successo - continua Valeria -. Ogni volta che mio figlio termina la sua ora di musicoterapia io vedo il suo viso sereno, rilassato. E questo, per me che sono una madre, è la cosa più importante». 
E' un racconto dolce e sospirato quello di Valeria che con soddisfazione, e particolari minuziosi tipici di ogni madre, racconta i progressi fatti dal figlio in questi dodici anni di terapia: «Dopo tre mesi che frequentava le sedute di musicoterapia Giovanni ha detto le sue prime parole: "mamma" e "papà". E dopo sei mesi ha cantato la sua prima canzone, "Mi scappa la pipì papà". Oggi Giovanni, grazie anche all’ausilio di altre terapie, riesce a comunicare facilmente».
«I ragazzi come mio figlio hanno bisogno di tanto amore e attenzione, ma soprattutto hanno bisogno di essere stimolati con quello che più gli piace». 
Stimoli e tenacia
 Uno stimolo che Giovanni ha trovato nella musica grazie anche alla tenacia della madre: «In quanto madre non mi sarei mai perdonata di non aver fatto tutto il possibile per aiutare mio figlio. Oggi lui va a scuola, fa sport, vede la televisione; io e mio marito cerchiamo di fargli vivere una vita normale, e se questo è possibile, ad oggi, mi sento di ringraziare anche la musicoterapia». 

giovedì 25 marzo 2010

Riparare il cervello con la terapia musicale neurologica

Finalmente la scienza comincia ad occuparsi della musica... terapia!! Michael Thaut, musicista e professore di neuroscienze alla Colorado State University, e Gerald McIntosh, direttore medico del Center for Biomedical Research in Music propongono questa interessante ricerca.
Fonte Brain factor

Riparare il cervello con la terapia musicale neurologica.E' un “nuovo modello scientifico dimostratosi efficace nel trattamento di disfunzioni cognitive, sensoriali e motorie dovute a malattie del sistema nervoso centrale”. Stiamo parlando della Terapia Musicale Neurologica (TMN), a cui Cerebrum, rivista di aggiornamento neuroscientifico della Dana Foundation, dedica oggi la sua prima pagina.
La ricerca biomedica ha portato nel tempo numerose “evidenze” sull'efficacia di interventi specifici basati sulla musica (vedere in proposito l'intervista diBrainFactor Livio Bressan del 3 Febbraio scorso su “Cervello e musicoterapia”).
Del resto “l'idea che l'educazione artistica migliori le abilità cognitive in realtà non è così ardita, nel contesto di ciò che chiamiamo plasticità attività dipendente, un punto fermo basilare della funzione cerebrale”, come scriveva lo scorso anno su BrainFactor Michael Posner (Posner M, “Come l'educazione artistica migliora attenzione e funzioni cognitive”, BrainFactor 17/09/2009).
L'utilizzo della musica in ambito clinico è cresciuta rapidamente anche grazie al neuroimaging, che ha messo in luce questa spiccata “plasticità” del cervello, consentendo inoltre di individuare i network neuronali che la musica riesce ad attivare.
Neurologi, neuroscienziati, ricercatori e clinici che si occupano di musicoterapia, sono riusciti infine a organizzare queste evidenze in un vero e proprio sistema di tecniche terapeutiche, a cui han dato il nome di “Neurologic Music Therapy” (NMT).
Michael Thaut, musicista e professore di neuroscienze alla Colorado State University, eGerald McIntosh, direttore medico del Center for Biomedical Research in Music della stessa università, hanno condotto ricerche con le quali hanno dimostrato miglioramenti nei disturbi di movimento riscontrati in pazienti reduci da ictus o sofferenti di Parkinson: “ciò è possibile proprio perché la musica e il controllo motorio condividono alcuni circuiti cerebrali”.
Ecco come i due ricercatori americani riassumono su Cerebrum i principi della NMT:
  • è una applicazione terapeutica della musica alle disfunzioni cognitive, sensoriali e motorie causate da malattie del sistema nervoso umano;
  • è basata su modelli neuroscientifici di percezione musicale e influenza della musica su cambiamenti comportamentali e funzionali del cervello di ordine non musicale;
  • le tecniche di trattamento sono basate sui risultati della ricerca scientifica e clinica e sono diretti a obiettivi terapeutici non musicali;
  • le tecniche di trattaemento sono standardizzate per terminologia e applicabilità e rientrano nell'ambito degli interventi musicali terapeutici (TMI), adattabili alle specifiche necessità del paziente;
  • la formazione degli specialisti di questa “pratica” innovativa deve riguardare l'ambito musicale, la neuroanatomia, la fisiologia umana, le patologie del cervello, la terminologia medica, la riabilitazione delle funzioni cognitive, motorie e del linguaggio.
Reference:

giovedì 4 marzo 2010

Il canto modifica il cervello


Il canto modifica il cervello: dagli uccelli all'uomo

di Cristiana Pulcinelli
Imparando a cantare, gli uccelli modificano la struttura del proprio cervello. E’ quanto emerge da uno studio condotto sui fringuelli da alcuni ricercatori della Duke University di Durham (Stati Uniti) pubblicata sull’ultimo numero di Nature.
In particolare i ricercatori hanno studiato alcuni giovani uccelli canori che avevano ascoltato per la prima volta il canto di un uccello adulto. Analizzando con le tecniche di imaging la regione corticale del cervello legata alle abilità canore, si è visto che mentre apprendevano a cantare, avvenivano alcuni cambiamenti strutturali nelle spine dendritiche, le proiezioni delle cellule nervose dove avvengono le connessioni sinaptiche tra le cellule nervose stesse. Nelle prime 24 ore di apprendimento del canto, le spine dendritiche dei giovani fringuelli sono diventate più lunghe e più stabili. “Ci aspettavamo di vedere la costruzione di nuove spine e la perdita di quelle vecchie - ha dichiarato Richard Mooney, neurobiologo e coautore dello studio - invece ascoltare il canto di un adulto ha rapidamente stabilizzato le sinapsi in precedenza dinamiche”. I ricercatori hanno anche osservato un aumento dell’attività sinaptica.
Studi precedenti avevano fatto pensare a una correlazione tra cambiamenti strutturali nel cervello e l’esperienza sensoriale, ma non si sapeva se questi stessi cambiamenti accompagnassero anche l’apprendimento, come invece sembra dimostrare questa nuova ricerca.
Come suggeriscono gli autori della ricerca, questi risultati si potrebbero estendere all’essere umano ed aprire nuove strade alla medicina. La speranza, dicono, è quella di aiutare le persone a riacquistare la funzione del linguaggio dopo un evento traumatico come un ictus o con i nervi uditivi danneggiati.
Del resto, una nuova ricerca, presentata al convegno dell’American Association for the advancement of Science che si sta svolgendo a San Diego, mostra che grazie al canto le persone che hanno subito un ictus possono riacquistare la parola. Le aree del cervello coinvolte nel linguaggio sono infatti altre rispetto a quelle coinvolte nel canto. Se le prime sono state daneggiate, i pazienti possono imparare ad utilizzare al loro posto le aree del canto.


fonte unità.it

domenica 28 febbraio 2010

La musica può curare disturbi del linguaggio nelle vittime di ictus

Riabilitare la facoltà di parlare nei pazienti colpiti da ictus
fonte:
www.lastampa.it
La musica può curare disturbi del linguaggio nelle vittime di ictusLa musica migliora le facoltà cerebrali ed è riconosciuta anche dai neonati afferma un recente studio. Ma non solo; sappiamo che gli effetti della musica vanno oltre, tanto che esiste una branca delle medicine non convenzionali definita musicoterapia.
Un nuovo studio, poi, suggerisce che
la musica può essere utilizzata efficacemente per trattare il deficit linguistico nei pazienti colpiti da ictus che, spesso, hanno notevoli difficoltà nel parlare.
Un team di ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center e del Harvard Medical School ha condotto uno studio per comprendere gli effetti della musica nella cura dei pazienti colpiti da ictus.
Il fatto sorprendente, hanno scoperto gli scienziati, è che
le persone colpite da ictus hanno difficoltà a parlare, ma riescono molto più facilmente a cantare.
Il dr. Gottfried Schlaug, che ha coordinato lo studio, ha dichiarato: «Questi interventi sono molto utili per le vittime di ictus. La musica è un buon mezzo per far sì che parti del cervello che non rispondono, invece rispondano. Se si analizza il modo in cui i pazienti parlano, i loro discorso è un po' più melodico. È quasi come se cantassero».
Per lo studio sono stati coinvolti 12 pazienti colpiti da ictus di cui la capacità di linguaggio era stata compromessa.
Facendoli seguire un tradizionale percorso riabilitativo si è mostrato come tutti i partecipanti fossero poi stati in grado di ripetere le parole a loro insegnate. Tuttavia, due terzi di loro erano in grado di utilizzare il nuovo metodo per cantare parole e anche intere frasi che non erano state insegnate loro.
«Il grande vantaggio di questa tecnica è che è molto semplice. Non hai bisogno di essere un cantante d’opera o un musicista esperto per applicarlo. E noi abbiamo scoperto che alcuni pazienti non sono in grado di parlare, ma possono cantare. Incoraggiando le persone a cantare si può ottenere che tornino di nuovo a parlare». Ha sottolineato il dr. Schlaug.
Secondo i risultati di questo studio,
i pazienti possono essere in grado di negoziare con gli amici e parenti in modo scorrevole attraverso il canto e nel corso del tempo possono riconquistare la perduta fluidità del discorso che è associata con il normale parlare.
Ad avvantaggiarsi maggiormente di questo metodo pare siano le persone che riescono a cogliere il profilo melodico delle parole, tuttavia la maggioranza dei soggetti è in grado di riuscire a gestire i discorsi cantando, laddove non ci riescano parlando.
I risultati di questo studio sono stati presentati alla American Association for the Advancement of Science.
(
lm&sdp)


sabato 6 febbraio 2010

Cervello e musicoterapia



sabato 23 gennaio 2010

In nome di Dio - performance-

Una bella serata quella vissuta e cantata al teatro binario 7 di Monza, un grazie di cuore all' Harmonics Art Ensemble che ha ottimamente interpretato il tema della serata.
Lorenzo Pierobon


In nome di Dio
di Simone Camassa fonte: Vorrei.org


Parte bene la prima serata della quarta stagione di PoesiaPresente, dedicata al rapporto con il divino visto, vissuto e spiegato da voci poetiche diverse, a tratti dissonanti
Decisamente, un buon inizio. Il primo appuntamento di PoesiaPresente, ospitato ieri alle 21 dal teatro monzese Binario 7 e intitolato 'In nome di Dio', ha lasciato intravedere lo spirito con cui la stagione poetica intende ripartire. La familiarità e la confidenza con il pubblico, meno marcate nelle precedenti edizioni, stanno a testimoniare la crescita continua della rassegna. Un Binario 7 con più posti pieni che vuoti, di giovedì sera, è un modo incoraggiante di cominciare. Se la missione di PoesiaPresente è di «restituire una voce a qualcosa che possa davvero cambiare la nostra vita», come ha detto Dome Bulfaro, il lavoro dell'associazione Millegru sembra proseguire nella direzione giusta.

La serata ha offerto momenti di indubbia qualità artistica, a cominciare dall'esibizione solitaria di Lorenzo Pierobon, musicoterapeuta e cantante armonico monzese. Di notevole espressività il suo assolo di voce, capace di mettere in scena un'immagine, una situazione, come di un mare in risacca e un canto che si leva piano piano, fino a diventare persistente e quasi ossessivo, come fosse la voce di un muezzin perduto alla disperata ricerca di Dio. Interessante, poi, la videointervista realizzata da Simone Casetta a Franco Loi, importante poeta milanese, che ha condiviso con il pubblico di PoesiaPresente la sua personale concezione di religione e di rapporto con il divino. Loi, cristiano convinto, ma non convenzionale, ha elogiato la saggezza di Shakespeare, quando scrive che «Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia». Saper riconoscere che nella vita esistono infinite cose che non rientrano nella razionalità per lui è fondamentale, altrimenti l'uomo di scienza rischia di diventare intollerante esattamente come l'uomo di fede. Per Loi, inoltre, è importante riuscire a sentirsi vivi in ogni momento della propria vita: spesso, le persone si concentrano solo sugli obiettivi che si pongono, e mai sul percorso che le porteranno tanto lontano. Questo, secondo lui, è un po' come morire. Il poeta non si è sottratto nemmeno ad alcune considerazioni sulla Chiesa e sul potere: «Quando qualcuno esercita un potere, il suo ego si vincola a quel potere, cancellando tutto il resto, amici, società, bene comune – ha detto – vale a dire cancellando Dio. La Chiesa è un potere – ha proseguito – che ha trasformato Dio in una ideologia. Anche la scienza lo fa senza saperlo, quando prende come realtà vera ciò che non è altro che un'astrazione. Per me – ha concluso – è necessario riuscire a vedere Dio, che significa riconoscere l'unità del tutto dentro di sè e di sè con il tutto, un po' come succede a Dante nell'ultimo canto del Paradiso».
Il proseguimento di quest'incontro con Dio è stato affidato a Paolo Gentiluomo, poeta genovese che ha già collaborato altre volte con PoesiaPresente. 'Il mitragliatore sillabico', come lo definisce Bulfaro, ha presentato una lettura tratta dal volume Novene Irresistibili, versioni bibliche bistrattate, che profanano la storia sacra in maniera carnevalesca. Di Gentiluomo non si può non rimarcare la grande capacità di suscitare il ridicolo senza prenderne parte, e di trasformarlo in poesia: il sapiente uso di allitterazioni, anafore e ripetizioni si nasconde nella lettura velocissima e nell'ilarità quasi generale. Sulla scia di Gentiluomo, ma con un'impronta personale evidente, si inserisce anche l'opera di Silvia Cassioli. Nel suo Unghie plantari gambe di legno e altri ex voto fantastici, la poetessa racconta storie salmodiate di vite in cui il divino è invocato tramite i santi, i quali però intervengono in modo imprevedibile e a tratti senza senso, dimostrando che sono gli esseri umani a restituire agli eventi un significato preciso, che da soli non avrebbero.
A chiudere, un'impressionante esibizione dell'Harmonics Art Ensemble guidato da Lorenzo Pierobon: un canto corale suggestivo, in cui la voce letteralmente si sfigurava, trasformandosi quasi in un altro strumento. «Un canto armonico che permette di riprendere contatto con l'origine», come ha detto lo stesso Bulfaro."