domenica 27 dicembre 2009

Secondo un nuovo studio è il suono che permette la trasmissione degli impulsi nervosi


"L'attività elettrica sarebbe solo un effetto secondario dell'impulso nervoso e non il suo meccanismo di trasmissione"
- Secondo un nuovo studio è il suono che permette la trasmissione degli impulsi nervosi

Fin dagli anni '60 il modello di Alan Hodgkin e Andrew Huxley (premi Nobel per la Medicina nel 1963) ha spiegato le modalità di trasmissione degli impulsi nervosi. Ora però, un nuovo studio sostiene che l'attività elettrica delle cellule nervose sia solo un effetto collaterale dell'impulso nervoso e non il suo meccanismo di trasmissione. Le informazioni sarebbero invece trasmesse da un neurone all'altro grazie ad impulsi sonori. La rivoluzionaria teoria è opera di due biofisici del Niels Bohr Institute di Copenhagen, Andrew Jackson e Thomas Heimburg che sono arrivati a fromulare questa teoria a partire da uno studio sui meccanismi di funzionamento dell'anestesia. Secondo i due autori l'ipotesi che gli anestetici si leghino ai recettori del dolore inibendone il funzionamento è insoddisfacente. Jackson spiega: "Puntare su un meccanismo d'azione del genere per un farmaco sarebbe come tirare in aria una moneta 1000 volte e sperare di fare sempre testa".
Il vecchio modello di Hodgkin-Huxley spiegava la trasmissione dei segnali con un impulso elettrico che passa da cellula a cellula. Negli anni successivi questo modello è stato anche ulteriormente raffinato ed oggi si conoscono anche le caratteristiche delle "porte" nella membrana cellulare che si aprono e chiudono per lasciare passare gli ioni carichi e consentendo in questo modo la propagazione del segnale. Queste proteine sono anche state studiate al microscopio elettronico. Secondo Jackson e Heimburg questi modelli non sono in grado di spiegare il meccanismo del funzionamento degli anestetici. Secondo le ipotesi avanzate dai due ricercatori, il tessuto nervoso è costituito soprattutto da lipidi in forma liquida alla temperatura corporea. Esisterebbe poi un meccanismo (per ora sconosciuto) che genera impulsi di pressione che generano onde semisolide che percorrono le cellule trasmettendo l'impulso nervoso. I farmaci anestetici interverrebbero su questo meccanismo abbassando la temperatura alla quale i lipidi passano allo stato solido e quindi di fatto rendendo più difficoltosa la formazione delle onde di cui sopra. Sarebbero poi queste onde, mutando al loro passaggio la forma delle cellule nervose, a creare l'impulso elettrico che viene registrato durante la trasmissione nervosa. La teoria avanzata dai due biofisici ha scatenato reazioni di di scetticismo nella comunità scientifica. La teoria è riportata sul Biophysical Journal.
http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=5291

martedì 27 ottobre 2009

Proprietà terapeutiche del canto: un rimedio per depressione e balbuzie


Fonte: www.mondobenessereblog.com


Un vecchio detto popolare dice “canta che ti passa”… non è solo un motto di spirito, ma una piccola perla di saggezza che dovremmo tutti ascoltare. Il canto, le parole delle canzoni, raccolgono pensieri saggi, espressi spesso da persone illuminate, siano esse vissute migliaia di anni fa che ai nostri giorni. Questi pensieri, ascoltati e ripetuti, possono servire per vivere meglio, per cogliere il senso della vita, per vivere con maggiore serenità… Come?

Queste piccole perle di saggezza ci insegnano a dominare i pensieri e le emozioni, a renderci conto di ciò che siamo veramente. Un pensiero positivo, ripetuto, penetra nel nostro subconscio e si trasforma in realtà. Questo processo diventa ideale se lo ripetiamo cantando poiché l’ effetto viene moltiplicato. Alcuni canti sono affermazioni, altri meditazioni, alcuni ci incoraggiano e ci ricordano le nostre capacità, altri ci strappano semplicemente un sorriso.

Il canto, come la musica in generale, ha dei poteri “magici”… ecco quali.

PROPRIETA’ TERAPEUTICHE DEL CANTO
Il canto:
- ci commuove
- ci solleva l’ anima
- ci dà energia
- risveglia in noi compassione e amore
- potenzia l’ apprendimento e la creatività
- sgombera la nostra mente
- ci rende più ricettivi
- fa volare via la nostra tristezza, fa riaffiorare ricordi, ci invoglia a muoverci, a danzare, fa addormentare i bambini
- fa scomparire le balbuzie

I BENEFICI DEL CANTO
Il canto permette ad ogni essere umano di raggiungere uno stato di benessere ed equilibrio corporeo, psichico e spirituale. Non a caso, quasi tutte le tradizioni monastiche, dai monaci del tibet sino ai monaci europei, hanno antiche tradizioni canore. Vocalizzare, infatti, ossigena il corpo, rende più profondo il respiro, rilassa i muscoli, stimola il flusso di energia massaggia e armonizza l’ intero corpo.

E allora… canta che ti passa!

lunedì 5 ottobre 2009

Tune the world Milano the video

Un estratto dell'evento Tune the world , che si è svolto a Milano il 2 ottobre 2009 per celebrare l'inizio
della marcia mondiale per la pace.
Abbiamo intonato il do# per circa 15 min. in contemporanea mondiale con molti paesi : francia, germania, india, giappone, stati uniti,italia ....e molti altri ancora. grazie a tutti coloro che hanno reso possibile tutto cio'....è stato emozionante ed eravamo veramente in tanti!!!


guarda il video

sabato 15 agosto 2009

Solavocesola . Art Action Festival

questa performance è stata presentata nel 2005 all'International Art Action Festival di Monza. Paesaggi sonori, sperimentazioni vocali e live electronics su testi di Andrea Marcucci.


mercoledì 22 luglio 2009

il cervello suona



IL CERVELLO POLIFONICO
evviva lo abbiamo sempre detto che tutto vibra, tutto è suono è suono, ed ora anche la scienza ne da una conferma.........


Il 17 giugno era uscita una news riportata da yahoo notizie e di seguito il 7 luglio anche il New Scientist ne ha parlato.

A una parte di tale esperimento si riferisce il video in alto nella homepage in cui è possibile vedere che le aree del cervello oscillano su frequenze diverse individuando per es. zone discordanti o “stonate” che in casi specifici possono indicare squilibri o patologie.

Insomma, il cervello “suona”. Dopo la risonanza magnetica (scansione cerebrale) che permette di vedere le aree cerebrali, la “sonorità” sembra essere un condizione ancora più profonda o basica di espressione di coerenza o incoerenza cerebrale. Proprio come uno strumento musicale accordato, da accordare, scordato…

Come testimoniano i ricercatori del Dipartimento di Scienze cliniche Luigi Sacco dell'Università degli Studi di Milano: "Un metodo diretto per ottenere informazioni sulla struttura di un sistema consiste nel perturbarlo direttamente, per poi esaminarne la vibrazione, la cosiddetta frequenza naturale. Per esempio, istintivamente - spiegano - battiamo con le nocche sulla superficie di un oggetto per capire se questo è cavo o pieno".

Quindi anziché guardare solo la scansione da ora in poi si rende possibile ascoltare il cervello - sottolinea il New Scientist (e in seguito chissà anche gli organi, ndr) e questa può essere una vera e propria rivoluzione nel campo delle neuroscienze. Certo il fantomatico autore biblico che ha affermato: «E primo fu il Verbo», che altro non sembra che un suono coerente o splendidamente accordato, non troverebbe il fatto poi così rivoluzionario… ma la Scienza si sa, ha bisogno di scoprire laddove sembrerebbe più un “riscoprire”

Al Trinity College il cervello si ascolta per capire la schizofrenia e per la diagnosi dei disturbi psichici. Dan Loyd, infatti, filosofo del Trinity College, nel Connecticut, ha ideato un sistema ingegnoso (vedi video in alto) per ascoltare l'attività delle aree cerebrali.

“Il software - riporta Oggi Scienza ha delle analogie con i programmi di musica generativa che si basano sulle immagini - come il famoso Koan, utilizzato anche da Brian Eno - Il sistema di Loyd infatti traduce in suono le immagini fMRI (risonanza magnetica funzionale) del cervello: prima vengono identificate le regioni che si attivano in sincrono, poi viene assegnata una frequenza sonora a ciascuno di questi raggruppamenti. Il software successivamente crea della musica basandosi sulle aree attive, con un volume che corrisponde all'intensità di attivazione di ciascuna regione.

L'uso del suono (in alternativa alle immagini) per codificare l'attività cerebrale ha dei vantaggi: il nostro orecchio infatti è in grado di cogliere delle regolarità temporali che il nostro occhio non riesce a percepire - o percepisce in maniera diversa - e ci permette quindi di isolare delle componenti del segnale che restano altrimenti non osservabili”.

La “musica” o la sonorità che si sente non è affatto spiacevole, a voi che ve ne pare?
Qualcuno l'ha già messa nella sua playlist!

giovedì 2 luglio 2009

Tune the world e marcia mondiale su






Il resoconto completo della puntata lo potete ascoltare QUI

Marcia Mondiale della Pace e della Nonviolenza e Tune the world
Puntata n.163 del 23 giugno 09

Giugno 23rd, 2009


Puntata dedicata alla Marcia Mondiale della Pace e della Nonviolenza. A bordo con noi Lorenzo Pierobon, coordinatore di TunetheWorld, Stefano Cecere, promotore progetti comunicazione e progetti musicali, accompagnato da sua moglie Antonella e dal piccolo Fabio di sei mesi, ed

Emanuela Fumagalli, portavoce nazionale della marcia che ci ha raccontato la storia, gli obiettivi, gli intenti e le speranze di questo grandissimo progetto.

Con loro abbiamo parlato di pace e nonviolenza. Con Lorenzo, musicoterapeuta, abbiamo scoperto il progetto TunetheWorld e il grande Do#, la nota che emette la Terra nel suo movimento di rotazione, che verrà intonato idealmente da migliaia di persone in tutto il mondo il 2 ottobre.

Meta del nostro viaggio, la conferenza stampa che si terrà questa mattina alle 11.00 all’ Hotel Gallia (Sala Rossini) in Piazza Duca d’Aosta 9 a Milano.


Tutte le info sulla marcia le potete trovare a questo indirizzo: www.marciamondiale.org

martedì 9 giugno 2009

Viaggiare con la voce

di Silvia Turrin (www.amadeusonline.net)

 In questa rubrica abbiamo avuto modo di parlare spesso del canto armonico (detto anche difonico o degli ipertoni). Una tecnica antica, presente nelle mitologie di molti popoli (tra cui gli egizi e gli indiani Hopi), usata già in tempi remoti per scopi terapeutici. Soprattutto in Tibet e nella regione Tuvica della Mongolia l'impiego degli armonici ha una lunga tradizione e ha raggiunto alti livelli di complessità. Il canto dei monaci tibetani è l'unico a essere caratterizzato da note particolarmente basse (due ottave sotto il Do medio).Questi profondi vocalizzi permettono ai monaci non solo di entrare in una dimensione spirituale e di unirsi alle forze del macrocosmo, ma anche di intensificare la consapevolezza interiore, aumentare la propria concentrazione, rallentare e rafforzare la respirazione. Grazie alle ricerche di etnomusicologi e di studiosi di varia estrazione, la conoscenza del canto armonico si è diffusa in Occidente ed è sempre più utilizzata anche da molti musicoterapeuti. Lorenzo Pierobon ha creato il metodo Vocal Harmonics in Motion, sviluppato considerando la persona a livello olistico: agisce infatti sul corpo, sulla mente e sulla parte energetica interna. È un approccio transpersonale alla musicoterapia, poiché unisce il canto armonico a specifici movimenti ed esercizi utili per migliorare la mobilità e l'elasticità degli organi interni che concorrono alla fonazione (come la laringe e l'addome). Questo particolare metodo, basato sulle conoscenze e sulle tecniche già in uso da vari popoli (tibetani, mongoli, aborigeni australiani), prepara e accorda il corpo all'emissione vocale. Il canto armonico, scaturito da questo processo di consapevolezza totale, stimola il sistema fisico, influisce sul sistema nervoso generando sensazioni rilassanti. Inoltre, il controllo della respirazione permette una maggiore ossigenazione delle cellule. 
Sperimentare il canto armonico significa esplorare altre culture, prima ritenute arcaiche, ora rivalorizzate grazie a varie ricerche che studiano gli effetti positivi della voce sulla mente, sul corpo fisico, ma anche sulla sfera più sottile dell'uomo. A tal proposito, Pierobon afferma "L'energia sottile contenuta nella voce, soprattutto se veicolata da vocalizzi adeguati, entra in risonanza con la parte più nascosta e intima di ciascuno di noi, quella scintilla divina che viene riconosciuta da molte culture religiose e non, come l'Anima. Soprattutto quandovengono emessi suoni in gruppo, dove l'intenzione comune sia quella di raggiungere la consapevolezza dell'Unità, ecco che la voce evoca immediatamente emozione profonda, senso di appartenenza, si accende il processo intuitivo che porta al concetto di coscienza collettiva". 

giovedì 16 aprile 2009

Tune The world....la voce per un evento planetario




sono stato incaricato di progettare e coordinare un evento nell'ambito della MARCIA MONDIALE PER LA PACE che partirà il 2
ottobre 2009.
per sottolinearne la portata planetaria e per collegare idealmente tutti partecipanti è stato pensato l'evento
TUNE THE WORLD

Per celebrare l'inizio della marcia mondiale per la pace e la nonviolenza, il 2 ottobre 2009, proponiamo una vocalizzazione intonata sulla nota Do# (C#).
I partecipanti, i simpatizzanti si intonano nello stesso momento (seguendo i diversi fusi orari) ed intonano un suono sulla nota proposta per 15 minuti, avvolgendo il pianeta in una vibrazione unica e rinforzandone la vibrazione di base.

La vocalizzazione sarà sorretta dall'intenzione guidata verso pensieri di pace. Se possibile collegamento via web tv per diffondere l'evento in contemporanea sulla rete e per coinvolgere il più alto numero di persone.
abbiamo bisogno della massima esposizione mediatica e della massima diffusione. chiunque voglia partecipare può:

  • come singola persona attivarsi per diffondere il link http://tune.theworldmarch.org/index.php?id=779&L=4 tramite e-mail, facebook, blogs etc....
  • come associazione diffondendo l'evento ed attivando i gruppi che parteciperanno
  • come professionista della comunicazione:radio, giornali, televisione, web master, contribuendo alla diffusione del progetto con segnalazioni, interviste , trasmissioni o articoli sulla rete
  • segnalare il link sui propri siti internet
la mail di riferimento per comunicare con l'organizzazione o per chiedere dettagli è: tune@theworldmarch.org


Lorenzo Pierobon

sabato 21 marzo 2009

Seminario di Vocal Harmonics in Motion


Di seguito riporto un commento del dott.Tullio Carere, Psichiatra,Psicoterapeuta, riguardante il seminario di Vocal Harmonics in Motion , che si è tenuto presso la scuola Cura di Sè a Bergamo.


Il giorno prima del laboratorio di Lorenzo Pierobon avevamo parlato, nei seminari della nostra Scuola, del sé come fenomeno quantico. Il sé è inteso in diverse tradizioni come una scintilla, un frammento di luce imprigionato in una materia opaca. Da questa prigione il sé cerca di evadere, e in questo consiste il processo di realizzazione, liberazione o illuminazione indicato in diverse tradizioni, in cui il processo è inteso in diversi modi: da quelli più manichei, in cui lo spirito deve semplicemente separarsi dalla materia lasciandola al suo destino, a quelli più tantrici, in cui il corpo è visto come il tempio dell'anima, che cessa di essere una prigione per diventare una splendida dimora nella misura in cui è ripulito da tutti i detriti e i condizionamenti che lo ingombrano ed è reso, grazie a questo svuotamento, capace di respirare il respiro della vita o di farsi veicolo del logos universale. Su questo comune terreno tantrico ci siano subito trovati in sintonia con Lorenzo. La metafora del fenomeno quantico -- forse più che una metafora -- è diventata per me specialmente calzante nella parte finale del laboratorio. Dopo una giornata di esercizi di respirazione, vocalizzazione e movimento, di cui molti di noi si sono giovati per sciogliere o almeno ammorbidire blocchi e corazze, siamo arrivati a mettere in pratica quello che avevamo imparato nel canto armonico corale. Una caratteristica ben nota dei fenomeni quantici è la doppia natura di onda e corpuscolo degli oggetti o eventi subatomici. Anche il sé ha questa caratteristica: di onda in quanto fluisce e trascende la condizione di separatezza tra soggetto e oggetto, tra io e mondo; e di entità individualmente distinta, di unità psicosomatica che vive nella relazione con gli altri corpi-mente. Nel momento del canto armonico corale ho avuto nettamente la sensazione di essere parte di un'onda sonora in cui sono attraversato da un canto che mi libera dall'intenzione egoica che vorrebbe fare di me il soggetto del canto; ma nello stesso tempo ho avuto la chiara percezione di non perdermi o fondermi nel gruppo come un tutto indifferenziato, bensì di essere un'entità distinta che non vuole emergere o essere in qualsiasi modo speciale, ma vuole dare il suo contributo al canto del gruppo armonizzando la propria voce con quella che lo avvolge. Mi sembra che la parola chiave sia l'aggettivo "armonico" che specifica il sostantivo canto. Essere in armonia non vuol dire perdersi o fondersi nel tutto: ma essere un'entità distinta dalle altre che si pone con le altre in una relazione di accordo, e non di contrapposizione. Credo di dire un'ovvietà se aggiungo che una superiore armonia ha bisogno anche di dissonanze. Che senso avrebbe la concordia se non ci fosse la discordia? Tutto è conflitto, osservava Eraclito, ogni cosa nasce dal conflitto. Salvo che creare o evidenziare conflitti è facilissimo. Risolverli in armonia è molto più difficile. Ben venga dunque una pratica che aiuta nel compito tanto arduo quanto indispensabile di aumentare il livello di armonia in noi stessi e nel mondo. Ce n'è un gran bisogno.

Tullio Carere, Psichiatra – Psicoterapeuta – Scuola di Cura di Sé

www.diacounseling.it

venerdì 27 febbraio 2009

Le infinite potenzialità della voce


Le infinite potenzialità della voce
di Silvia Turrin

Dai principi del canto armonico alla relazione tra ascolto, musica e respiro, passando per le forme vibratorie e i suoni continui (note e vocali). Sono questi alcuni dei temi che Lorenzo Pierobon sviluppa nel suo percorso di musicoterapeuta, anche attraverso stage e laboratori dedicati all’enorme potenzialità curativo dello strumento voce......

CONTINUA....

venerdì 23 gennaio 2009

Cantare fa bene...lo dice Brian Eno


questo l'articolo apparso sulla rivista L'internazionale , tradotta in italiano da un articolo della

rivista resurgence QUI puoi leggere l'articolo in originale