lunedì 16 aprile 2018

La Voce e il Talismano


Talismano s. m. [dal pers. ṭilismān, plur. di ṭilism, che è dal gr. Tèlesma
«rito p(religioso)»]. – Oggetto naturale o manufatto, spesso decorato di figure o di segni simbolici, cui si attribuisce un valore e un potere magico (e spesso anche sacrale) di aiuto e di propiziazione, e in alcuni casi di protezione, e che perciò si conserva o si porta con sé dappertutto

Il Talismano vocale è una pratica frutto di uno studio e di una ricerca durati alcuni anni ed inserita nel metodo di sviluppo della voce Vocal Harmonics in Motion.


Si tratta di una serie di vocalizzazioni basate sul potere dell'intenzione, sul simbolo e sull'archetipo, mirate a creare un fonema che possa essere utilizzato in diversi ambiti.


Si inizia con la vibrazione più sottile, quella del pensiero e dell'intenzione, si procede poi con la voce parlata casuale per infondere vita ... IO suono IO sono; successivamente si interviene con la pulsazione per creare la struttura . A questo punto attraverso il bisbiglio si introduce la parte "magica", un suono ancestrale, evocativo che si perde nella notte dei tempi, ed infine si procede a cantare la sequenza per attivare il talismano attraverso 
l'IN-CANTO (questa fase prevede l'utilizzo di visualizzazioni e di propriocezione aumentata). Questa pratica può essere utilizzata sia individualmente che in gruppo.

La Voce e il Talismano seminario residenziale 
https://www.facebook.com/events/2075116202776199/

il talismano della foto è di https://www.facebook.com/CreazioniGhii/

© 2018 Lorenzo Pierobon 


lunedì 26 marzo 2018

Identità SOnora spirituale nel modello Benenzon di musicoterapia

La World Federation of Music Therapy (Federazione Mondiale di Musicoterapia) da la seguente definizione di musicoterapia: è l'uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la motricità, l'espressione, l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. 

Uno dei principi su cui si basa il modello  Benenzon è quello dell' ISO (Identità Sonora), cioè quell'insieme di energie, suoni, movimenti e silenzi che caratterizzano ogni essere umano distinguendolo da un altro. 
Il presente articolo è stato scritto come riflessione dopo il corso di formazione per Magister tenutosi a Buenos Aires (pubblicato sul Libro dei magister, ediciones Al Margen, 2011, Buenos Aires), deriva da una mia personale  riflessione e ricerca riguardo la possibilità  di una nuova identità sonora che molto spesso emerge nelle sedute di MT non verbale 


  
Ritornare alla routine quotidiana dopo un’esperienza così forte è sempre molto difficile, questa volta  particolarmente difficile. Molti  giorni passati insieme , condividendo, collaborando, coesistendo…. E poi ognuno  di noi ritorna ad essere quell’entità unica ed irripetibile, destinata al proprio percorso in questo mondo.
Questa esperienza  mi ha portato a riflettere e ad elaborare qualcosa di cui ho sempre sentito la mancanza pur intuendone la presenza: l’ISO spirituale.
Da sempre durante le esperienze di musicoterapia didattica ho avvertito quel fremito, nel suono, nel  canto, nelle voci,  che mi portava verso spazi alti e sottili. In questa ultima esperienza l’ho avvertito prepotentemente e tangibilmente ed eccomi qua a scriverne.
Ho spesso  immaginato il musicoterapeuta come uno sciamano, un sacerdote celebrante,  un ponte tra la terra e il cielo. Ed ecco che al mio ritorno “casualmente” mi capita tra le mani un libro: “Lo sciamanesimo” di Luciano Zambotti (ed. il mosaico)….che  definisce così lo sciamano:” …è un eletto che non diventa guaritore per sua scelta o per decisione autonoma, ma viene scelto da entità superiori  che gli conferiscono il dono di guarire. Acquisisce i suoi poteri terapeutici attraverso un lungo e difficile training specifico, solo se possiede le qualità necessarie. Inoltre  egli è anche un artista, un poeta, un creativo; è l’attore e il regista di un dramma terapeutico, egli canta, danza, mima lotte e battaglie contro esseri invisibili. Le sue cerimonie sono un misto di drammatizzazioni, in cui alterna suggestioni, induzioni, metafore terapeutiche, dipinge o scolpisce immagini geometriche variamente colorate. E’ un medico psicosomatico che cura l’ammalato nella sua globalità di corpo, mente e spirito.”

Questa definizione mi è capitata davanti agli occhi appena ritornato da quello che definirei, un viaggio iniziatico, ed è stato quasi immediato trovare delle assonanze con quello che avevo appena vissuto. La vocazione al servizio, la chiamata verso questa professione, (che poi diventa un modo di vivere la propria esistenza) il lungo training di preparazione (la scuola, i livelli, il magister..), l’arte, la creatività che permeano questo lavoro.  E come dimenticare le danze, i canti , la teatralità che appaiono in ogni seduta a cui ho assistito o che mi è capitato di condurre, le immagini geometriche e colorate….i totem; e non ultimo il prendersi cura di corpo, mente e spirito!!
La posizione del focolare richiama la tribù, che sostiene e contiene, innalza e celebra, canta e danza, soffre e gioisce, piange e ride,mentre il celebrante osserva e guida l’esperienza. Il musicoterapeuta  è al tempo stesso sciamano, paziente, osservatore, curandero e curato, osservatore ed osservato. Ed ecco farsi  strada una possibilità: l’ISO spirituale.
Da dove scaturisce e dove si forma questo insieme di energie? Posso solo fare delle ipotesi, ed immaginare che si vada formando dall’interazione dell’iso universale, che fornisce la scintilla di spiritualità di cui è intriso ogni essere umano (che lo riconosca o meno); l’iso gestaltico che apporta le energie dal concepimento ai primi istanti di vita, contribuendo a rinforzare il mistero della relazione madre/feto,  e per ultimo dall’apporto dell’iso culturale (che rafforzerei con la definizione di iso geografico, il quale  aggiunge le caratteristiche di  provenienza geografica peculiari di quell’individuo).
Penso che questi tre Iso siano le fonti principali a cui attinge questa energia spirituale per rinforzarsi, nutrirsi e  consolidarsi, ma penso altresì che sia un’energia innata in ogni essere umano un corredo “genetico” con il quale veniamo al mondo.
 Il fenomeno totemico che spesso avviene  all’interno di una seduta di musicoterapia, lascia spazio a molte interpretazioni: celebrazione di nascita o morte, elaborazione del lutto…etc.
Ma a mio avviso il totem, in molte occasioni , rappresenta il contatto tra terra e cielo la connessione tra terreno e divino, la ricerca di un contatto…forse perduto.
 Molto spesso nelle sedute emergono richieste non-verbali che si spingono in questa direzione, sempre più spesso nelle nuove terapie o forme di cura si fa riferimento alla trinità inscindibile di corpo-mente-spirito, e mi sembra che il modello contempli questa possibilità; non solo come ulteriore arricchimento del modello teorico, ma come reale esigenza di pazienti e musico terapeuti (e osservatori nel caso della MT didattica).
La regressione, altro pilastro su cui si fonda il modello, è frequentemente presente nelle nostre sedute, ma con la regressione spesso appaiono anche fenomeni di trance di uno o più pazienti o del musicoterapeuta stesso, la stessa trance che nelle culture tribali è utilizzata dal celebrante per contattare lo spirito degli antenati, l’animale totem , le energie della natura.
Ho viaggiato a lungo in molti paesi dell’oriente e dell’occidente, ed ho incontrato spesso guaritori, sciamani, stregoni, alcune volte mi sono fermato presso  di loro cercando  di osservare e di studiare le loro tecniche, ed ogni volta ho notato sorprendenti similitudini con il nostro modello musicoterapico. 
La respirazione ad esempio è molto importante , è suono e allo  stesso tempo è connessione alla vita, è ricambio energetico. Le pratiche respiratorie sono spesso presenti in queste cerimonie, ed ecco che il musicoterapeuta all’inizio della seduta ha come regola di effettuare la respirazione profonda che lo aiuta a riconoscersi, ma anche a calmarsi, a fare spazio nella mente a prepararsi al silenzio. Lo sciamano è educato al silenzio, nell’osservazione dell’attesa.
Questa riflessione sull’iso spirituale che così spesso ho percepito nel mio lavoro di musicoterapeuta è una personale esigenza dettata dal mio percorso di crescita e di esplorazione, l’iso spirituale prescinde e trascende  ogni tipo di religione , è pura essenza e patrimonio dell’essere umano che cerca continuamente il contatto perduto con il divino.

© 2011 Lorenzo Pierobon 

venerdì 22 aprile 2016

MUSICOTERAPIA a Monza

Musicoterapia a Monza 3MUSICOTERAPIA a Monza

di Andrea Spatuzzi, psicologo, psicoterapeuta. fonte:https://monzareale.com/

Il mondo e la vita sono pieni di suoni e l’impossibilità a trovare un luogo di silenzio assoluto, che in realtà verrebbe vissuto come un momento di deprivazione percettiva, sembra indicare come la vita e il vivere si nutrano del suono, qualunque esso sia.
In effetti, pur ritenendoci prevalentemente animali visivi, l’uomo entra in relazione con il mondo partendo dalla percezione dei suoni e solo dopo un po’ si sviluppa la visione; così come l’arte canora e musicale si presentano molto prima delle arti visive nella storia dell’umanità e tutto questo lascia pensare che il suono sia una sensazione che struttura l’essere umano. Sulla base di queste evidenze il suono, nelle sue infinite articolazioni, è anche terreno di sviluppo e cambiamento, e non solo terreno artistico nel quale vi è molta produzione, che nel tempo ha preso una sua forma ben definita nella Musicoterapia.
Musicoterapia a MonzaLa Musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali finalizzato a favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive e, per chi fosse interessato, anche a Monza esistono delle realtà che propongono percorsi di Musicoterapia.  In particolare, presso il BBStudio di Monza (vediwww.lorenzopierobon.com e le relative pagine Facebook) si pratica il metodo Vocal Harmonics in Motion® (VHM), che utilizza la dimensione armonica della voce naturale sia come espressione di sé: ogni voce ha un suono unico e ogni vocalizzo esprime un momento unico, sia del corpo, della fisicità nell’esprimere un suono con la voce. Attraverso questo metodo dal grande impatto emotivo è possibile lavorare sulla propria dimensione progettuale della vita e quindi sul senso da dare al proprio presente e al proprio futuro. Infatti, la VHM aiuta ad indagare e a riconoscere le nostre attitudini, le nostre caratteristiche, e questo è decisivo in una dinamica orientata a migliorare il proprio stile di vita, alla crescita personale e a un benessere generale e stabile. Ma com’è possibile ottenere risultati così importanti?
La Musicoterapia permette di raggiungere questi risultati in diverse persone poiché utilizza canali e mezzi naturali: l’udito, la voce e il corpo, che facilitano il contatto con la parte emozionata ed emozionante di sé. Questo permette un miglioramento della consapevolezza di queste nostre parti: quelle emotive, e questa rinnovata consapevolezza migliora la capacità a saper recuperare benessere. In altre parole, con la musicoterapia, ancora di più con l’uso armonico della voce, si sperimenta cosa ci tiene in connessione con la potenza della vita: le nostre emozioni. Cantare per crederci!

domenica 6 marzo 2016

Fisica della fase vivente della materia, coerenza e dialoghi sonori



Segnalo questo interessante convegno, a Milano, che vedrà tra i relatori l'amico ricercatore Alberto Tedeschi , con cui collaboro da alcuni anni in una ricerca sullo sviluppo delle potenzialità della Voce, che insieme a Filippo D'elisio propone una relazione dal titolo: Fisica della fase vivente della materia, coerenza e dialoghi sonori . Venerdì 18 marzo 2016 Sala Crociera Studi Umanistici, Via Festa del Perdono 7 Milano 
ore 09.30

Fisica della fase vivente della materia, coerenza e dialoghi sonori
Alberto Tedeschi (ricercatore WHITE Holographic Bioresonance, Milano) Filippo D’Eliso (compositore, Conservatorio “San Pietro a Majella" di Napoli)
La ricerca degli stati coerenti nella materia vivente ha vissuto un felice e proficuo periodo di analisi teorica diretta dal fisico teorico Emilio Del Giudice. Negli ultimi anni della ricerca, l’applicazione di segnali coerenti derivati da eventi biologici ai fenomeni sonori (voce e strumenti musicali), ha dato conferma pratica alla teoria. Per Del Giudice questi fenomeni rispecchiano un chiaro esempio dei possibili dialoghi che intervengo a livello di ecosistema e come tale necessitano di approfondimenti quando inseriti nello schema concettuale della coerenza nella materia vivente.

I recenti sviluppi nell’ambito della fisica della fase vivente della materia portano infatti a nuove applicazioni utilizzabili per i fenomeni sonori: sia nelle scienze logopediche e nella didattica del canto che negli strumenti musicali, con ottimi risultati, non solo chiaramente percepiti a livello soggettivo, ma anche documentati da esami strumentali.
Le nuove cognizioni derivate dalla fisica del vivente hanno permesso di sviluppare un metodo (WHITE Holographic Bioresonance) capace di stimolare la naturale capacità del corpo di auto‐ripararsi e rigenerarsi, attivando una semplice operazione di “accordatura” indotta da stimoli minimi in modo da favorire l’immediata integrazione di essi da parte del corpo.
Attraverso la somministrazione di questi stimoli si attiva un riequilibrio vibratorio naturale. L’azione di “accordatura” stimolata dall'applicazione comporta una ottimizzazione dell'emissione vocale e dello strumento musicale oltre dell’ambiente di diffusione sonora. La sperimentazione vanta ora oltre 5 anni di attività; nuovi strumenti di analisi matematica sottolineano l’emergenza di una emissione sonora più coerente ed intellegibile. Lo stato frattale che viene calcolato dal segnale registrato ne è la dimostrazione. 

martedì 15 settembre 2015

Musica: come influenza la nostra mente e perché?

Un breve , ma interessante articolo sul potere della musica.
La musicoterapia lavora da sempre in questa direzione, ora è necessario cooperare in sinergia con gli ambienti medici e scientifici per diffondere ed applicare.


Musica: come influenza la nostra mente e perché?

La musica parla al cervello: la bioingegneria indaga il connubio tra musica e mente, e scopre una nuova tecnologia naturale contro ansia e stress




Valentina Balestri - 03/09/2015 dal sito www.scienzaeconoscenza.it

Che vita sarebbe senza musica? 
Sono d'accordo con Nietzsche: la vita, senza musica, sarebbe un errore. 
La musica è parte di noi: ascoltare una bella canzone ci fa compagnia, ci dà carica, ci consola e non è un caso che quest’arte sia così tanto amata ed elogiata.

Se ci fosse il modo di darle un ulteriore valore? 
Se la musica potesse consigliare alla mente cosa pensare? 
La bioingegneria ha deciso di andare in fondo alla questione.
La ricerca parte dall’Italia e, per ora, ha portato alla creazione di unalgoritmo in grado di convincere il cervello a provare determinate emozioni.

La musica influenza il nostro stato d’animo
Pensiamo al ritmo: mentre ascoltiamo una canzone, ci capita di iniziare a battere il piede con una certa cadenza, seguendo quella della musica. Se il ritmo della melodia cambia, cambierà anche quello del nostro piede e, è stato dimostrato, cambierà anche quello delle nostre connessioni mentali. 
Grazie a una serie di sperimentazioni, si è avvalorata la possibilità di sintonizzare il cervello a determinate frequenze cerebrali: alcuni brani musicali possono concretizzare specifici stati d’animo, come la calma e laserenità, condizioni che permettono al potenziale del nostro cervello di essere sfruttato al massimo.

Numerosi operatori sanitari, manager dalle giornate multitasking, sportivi e studenti alle prese con gli esami, hanno sottoposto alla loro attenzione questa alternativa naturale, per ritrovare l’efficienza mentale.
La solidità del progetto è stata verificata più volte in campo neurologico: ad esempio, tramite magnetoencefalografia, ovvero una raffinatissima tecnica di imaging biomedico funzionale, si sono riscontrati risultati al di sopra di ogni aspettativa. 

Perché il nostro cervello lavora meglio quando siamo calmi?
La parola ai ricercatori 
"Immaginiamo di avere un metronomo (anche se in realtà sono molti) nel lato destro e uno nel lato sinistro del cervello, che non sempre vanno a tempo. Quando vanno “più a tempo” si dice che il parametro, chiamato coerenza inter-emisferica, aumenta.
Un alto livello di coerenza tra emisferi corrisponde a stati di calma e benessere (come accade, ad esempio, durante una seduta di meditazione)e cosa fondamentale, a un’efficienza neurale più elevata. 

Il lavoro è lungo e difficile, lo scopo è fornire un ascolto piacevole e allo stesso tempo coinvolgente, non si possono semplicemente produrre brani musicali seguendo il metodo consueto: non si può, cioè, comporre una normale canzone e inserirci qualcosa “che rilassi”. Si parte sempre dalcampo biomedico, che deve trovare nei brani musicali le condizioni necessarie perché tutto funzioni.


La musica varca un altro confine: oltre ad accompagnarci nelle nostre giornate, farci tornare il sorriso o strapparci una lacrima di malinconia, può rilassarci e calmare ansia e stress, ma soprattutto può renderci più brillanti e intelligenti.



Mi piace pensare alla musica come a una scienza delle emozioni.

George Gershwin

martedì 10 marzo 2015

Bimbi prematuri: voce e battito del cuore della mamma aiutano il loro cervello a crescere

Questo studio  del Brigham and Women’s Hospital in Boston, mette in risalto come la voce ed il suono del battito cardiaco della madre , siano di vitale importanza per un corretto sviluppo cognitivo e fisico; tutti aspetti già ampiamente conosciuti e messi in pratica dalla moderna musicoterapia, ancora una volta la voce ed il suono sono la chiave per l'evoluzione...



COSA SERVE AL CERVELLO DEI BAMBINI NATI PREMATURI PER SVILUPPARSI? SEMPLICE, LA VOCE E IL BATTITO CARDIACO DELLA PROPRIA MAMMA. AD AFFERMARLO È UNA RICERCA DEL BRIGHAM AND WOMEN’S HOSPITAL DI BOSTON (STATI UNITI) PUBBLICATA DALLA PRESTIGIOSA RIVISTA PNAS. UN RISULTATO STRAORDINARIO CHE POTREBBE PRESTO CAMBIARE IL MODO DI APPROCCIARSI AI BAMBINI NATI PRE-TERMINE.


Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità si considera prematuro un bambino nato tra la 22esima settimana e la 37esima settimana completa di gestazione. Il problema principale è rappresentato dalla difficoltà a respirare poiché le cellule dei polmoni non sono ancora mature. Il processo che porta queste cellule a maturare avviene in continuazione giorno dopo giorno. Non solo, una nascita troppo anticipata porta con sé numerosi altri problemi e il rischio di disabilità e anomalo sviluppo cognitivo non è così remoto.
Nel tentativo di portare a termine anche la maturazione cerebrale gli scienziati statunitensi hanno esposto 40 bambini prematuri, nati dalle 8 alle 15 settimane prima del dovuto, all’ascolto della voce e del battito cardiaco della propria madre. Ciò è stato possibile installando all’interno delle piccole incubatrici degli altoparlanti con la registrazione dei suoni. La “cura” è durata per tre ore al giorno in aggiunta al contatto “reale” con la mamma.
Dalle analisi è emerso che i bambini sottoposti al test, a differenza di quelli trattati con le cure standard, presentavano un maggior sviluppo della corteccia cerebrale uditiva. Un risultato che secondo la rivista che ha pubblicato lo studio potrebbe aiutare notevolmente i medici e i genitori che si prendono cura dei bambini prematuri nella prevenzione dei problemi di sviluppo cognitivo.
DANIELE BANFI
MILANO PER LA STAMPA SALUTE HTTP://WWW.LASTAMPA.IT/



lunedì 13 ottobre 2014

La Voce e il Serpente

Il metodo Vocal Harmonics in Motion utilizza il simbolo, la metafora, gli archetipi per un lavoro profondo e completo sulla voce.

Utilizzo il fonema MO. 

M crea il radicamento e il contatto con la terra, O l'apertura e l'accoglienza, la comprensione, il contenitore.

La linea ORIZZONTALE nota singola tenuta: la vita, il corpo, la materia

La linea VERTICALE  glissando dal grave all'acuto e dall'acuto al grave;intervalli: la connessione, lo spirito, l'energia
Uniti formano la croce, le quattro direzione: la materia incontra lo spirito.
Il SERPENTE si muove e trasforma le linee in melodia: il rinnovamento, la rinascita.

© 2014 Lorenzo Pierobon

lunedì 1 settembre 2014

I 7 pilastri del benessere Vocal Harmonics in Motion

Le tecniche multidisciplinari del metodo Vocal Harmonics in Motion®. sono rivolte alle persone intese come esseri umani completi costituiti da: corpo, mente, spirito. Partire per questo viaggio significa riappropriarsi dei colori del suono enfatizzando gli armonici presenti nella voce naturale.
Il metodo VHM si concentra in particolare su aree specifiche per identificare i punti di forza da consolidare, o le zone deboli da rinforzare. 
Tramite un questionario e la successiva elaborazione delle risposte si ottiene un grafico che identifica il percorso da intraprendere. 

1. Pianificazione personale: consiste nell’identificare un possibile scopo della nostra esistenza, attingendo dalle esperienze passate, collocandole nel presente per realizzare obiettivi nel futuro, che siano in grado di conferire uno scopo realistico alla vita.
2. Gestione dell’ambiente: è l’abilità che consente di sviluppare i nostri talenti e di riconoscere le opportunità, per superare le avversità che si presentano nel corso della nostra esistenza.
3. Flusso di crescita personale: significa acquisire la consapevolezza di aver iniziato un cammino di crescita, mettersi in gioco, essere aperti al nuovo, mantenere ed alimentare la sensazione di essere in un flusso continuo di esperienze di crescita che contribuiscono a migliorare la nostra persona
4. Autonomiaadattare il proprio comportamento alle situazioni per sentirsi in grado di agire in maniera indipendente,  al di la dei condizionamenti culturali,sociali, emozionali  che spingono ad atteggiamenti conformisti. 
5. Gestione relazionale: misura la capacità di instaurare relazioni personali, sociali, sentimentali, sviluppando le caratteristiche di empatia e di vicinanza con le persone.
6. Benessere personale: un buon livello di autostima e di auto accettazione personale permettono di fare i conti con i nostri limiti e di accedere ad un’area di “comfort” in cui tutti gli aspetti della nostra persona, positivi o negativi, possano essere accettati e compresi senza deviare da quella che è la nostra natura più intima.
7. Spiritualità: coltivare ed integrare questa qualità con tutte le precedenti in modo da rendere armoniosa la propria esistenza, libera da condizionamenti, paure e dubbi che non appartengono alla nostra natura.

Possiamo quindi parlare di un approccio transpersonale alla musicoterapia . Il metodo utilizza inoltre tecniche  di deep listenings, rilassamento guidato, gestione dello stress, rivitalizzazione dei centri energetici, massaggio sonoro con campane tibetane, didgeridoo e diapason e lettino armonico.
Questo metodo è particolarmente indicato a chi utilizza la voce in modo professionale: cantanti, attori, doppiatori, insegnanti, managers, negoziatori, trainers. Consigliato anche per professionisti nell'ambito artistico: danzatori e musicisti per incrementare la creatività e per utilizzare la voce come strumento di crescita della propria professionalità.
Le nostre proposte sono particolarmente indicate per chi è sottoposto allo stress ed alla frenesia della vita quotidiana, ma anche per chi semplicemente intende intraprendere un percorso interiore e di crescita con e attraverso la voce.

Tutte le attività creative sono molto utili per raggiungere un buon equilibrio. La musica, come anche il canto e la danza, ha bisogno di ordine e concentrazione per esprimere al meglio le sue potenzialità creative e artistiche.  Essa ha un effetto positivo sia a livello fisiologico sia psicologico, in quanto, attraverso i suoni, può far emergere sensazioni e stati d’animo inconsci. Di fatto, la musicoterapia transpersonale permette di esprimersi attraverso un codice alternativo a quello verbale e proprio per questo può essere di aiuto a chi ha  difficoltà ad esprimere le proprie emozioni, per sbloccare resistenze o conflitti interiori.
Il terapeuta utilizza soprattutto suoni, voce,musica, silenzi e movimenti per aprire un canale di comunicazione privilegiato, Prevale quindi una modalità di comunicazione non verbale, dando così particolare valore alle emozioni, alle sensazioni, alle immagini, ai ricordi. 

© 2014 Lorenzo Pierobon  


mercoledì 9 luglio 2014

La Voce e l'intenzione

Guarda il video

La notizia della ragazza thai che addormenta gli elefanti con il suono della voce sta facendo il giro del web ed è stata persino rilanciata sui TG nazionali, sinceramente non capisco lo stupore, la voce accompagna da tempo immemore l'evoluzione dell'essere umano ed ha un potere che va oltre la parola, la comunicazione sociale, l'utilizzo artistico; quindi se una madre è in grado di addormentare il proprio bimbo con una ninna nanna perchè non dovrebbe  succedere altrettanto tra due esseri viventi, anche se di specie diverse?  In questo caso come in altri casi del genere ciò che conta non sono solo i parametri fisici/musicali: altezza, timbro, intonazione, melodia, ma un altra "frequenza" ad altissimo rendimento : l'intenzione. Ecco il segreto della Voce...

Fonte Corriere.it

Un capannone nell’Elephant Nature Park a Mae Taeng, un centro fondato nel 1996 nel nord della Thailandia per salvare e riabilitare i pachidermi strappati dallo sfruttamento turistico. C’è l’elefante Lek, che in thailandese significa «piccolissima», e la sua guardiana Faa Mai. I due hanno stretto un legame unico. In un video, che ha iniziato a circolare molto sui forum e social network, si vede la ragazza cantare per una dolce ninna nanna il suo grosso amico. Lui, cullato dalla quella voce si addormenta subito iniziando a russare sonoramente. Il centro ospita 35 elefanti.

lunedì 28 aprile 2014

Musica e cibo


Tutto è collegato, la musica ha una influenza che va oltre la nostra immaginazione. Influisce su tutti i sistemi di cui è composto l'essere umano, e quindi anche la nostra alimentazione...

Se forse è azzardato dire che la musica cambia il sapore dei cibi è certo però che può influenzare il modo in cui li mangiamo e la gradevolezza del gusto che percepiamo.
Questo almeno per quegli alimenti che per noi hanno una valenza emozionale particolare: la musica suscita emozioni e ben si accompagna al consumo di questi cibi.
 La musica influenza quanto e come mangiamo
Uno studio apparso sulla rivista Appetite sembrerebbe confermare la relazione fra musica e percezione del gusto e del sapore dei cibi. I ricercatori hanno reclutato un gruppo di 78 studenti universitari sui quali hanno studiato gli effetti della musica sul consumo di alcuni cibi.
I risultati evidenziano come la musica avrebbe un effetto sia sul quantitativo di cibo consumato che sulla durata dei pasti. A risultati complementari giunge un precedente studio sul consumo di cibi e musica nei fast food.
Sembrerebbe infatti che mantenere un basso livello di musica e di illuminazione contribuisca a creare un ambiente più rilassato in cui aumenterebbe la piacevolezza percepita del cibo riducendone il consumo.

Il jazz e il cioccolato…

E’ di recente pubblicazione sul sito della rivista Appetite uno studio proveniente da un gruppo di ricercatori dell’Università del Kansas che ha esplorato se e come la musica influenzi la percezione del sapore dei cibi a seconda che questi siano o meno emozionalmente connotati.
Il legame fra cibo e emozioni è molto forte soprattutto per alcuni alimenti associati a particolari ricordi o soggetti ad essere utilizzati come comfort foods nei momenti di maggiore stress.
Ebbene, secondo questo gruppo di ricercatori, in certo tipo di sottofondo musicale influenzerebbe il sapore dei cibi più emotivamente connotati come il cioccolato, mentre non avrebbe un’influenza significativa sul sapore percepito di altri alimenti più emozionalmente “neutri”. I
n particolare, il jazz sarebbe uno dei generi musicali più influenti dell’aumentare la gradevolezza del sapore di questi cibi.

Ogni cucina ha la sua “musica”?

Secondo lo psicologo sociale Leon Rappoport, l’associazione fra musica e sapore dei cibi avrebbe anche una valenza culturale.
Diversi tipi di musica, infatti, potrebbero essere stabilmente associati a differenti tipologie di cucine in base a stereotipi culturali condivisi, almeno nella cultura statunitense che è quella entro la quale l’Autore ha svolto le sue ricerche.
I risultati sono esilaranti: se la musica country e western sarebbero associate al barbecue e al pollo fritto, il rock varrebbe da sottofondo ad una pizza o un hamburger, mentre la più sofisticata e colta musica classica meglio si accompagnerebbe ad un’aragosta (Rappoport, L., Come mangiamo: appetito, cultura e psicologia del cibo, Ponte alle Grazie, 2003).
Che un sottofondo musicale di un certo tipo sia in grado di influenzare i comportamenti di consumo delle persone è storia nota, almeno nel marketing commerciale; queste ricerche evidenziano comunque ancora una volta quanto l’alimentazione rappresenti per noi onnivori esseri umani un comportamento dalle valenze psicologiche complesse e inevitabilmente multisensoriali.
articolo di Cristina Rubano (fonte http://www.crescita-personale.it )